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Tratto da www.automoto.it/ ( http://www.automoto.it/eco/auto-elettrica-...li-anni-70.html )
Auto elettrica e car sharing: l'inventore del Cynar li immaginava già negli anni '70
Angelo Dalle Molle, l’industriale veneziano che inventò l'amaro “Cynar”, negli anni '70 aveva già concepito un avanzatissimo sistema di car sharing che aveva per protagoniste auto elettriche di ogni tipo: dalla citycar a due posti fino all'ambulanza
Arrivare in un grande parcheggio scambiatore nel quale l’automobilista può lasciare la propria vettura, digitare su un sistema computerizzato la richiesta del tipo di veicolo elettrico adatto alla propria esigenza (due posti, tre posti, furgone ecc.) ed inserire una carta di credito. Sul display appare il numero della vettura disponibile e da un cassettino si prelevano le relative chiavi. Arrivare in un grande parcheggio scambiatore nel quale l’automobilista può lasciare la propria vettura, digitare su un sistema computerizzato la richiesta del tipo di veicolo elettrico adatto alla propria esigenza (due posti, tre posti, furgone ecc.) ed inserire una carta di credito. Sul display appare il numero della vettura disponibile e da un cassettino si prelevano le relative chiavi. La lungumiranza di Angelo Dalle Molle, l'invento del Cynar Eppure l’idea è datata fine anni ‘70, nata dalla fervida mente di Angelo Dalle Molle, l’industriale veneziano che inventò nel 1952 il popolarissimo “Cynar”, l’amaro “contro il logorio della vita moderna”. Dalle Molle era un personaggio tanto facoltoso quanto carismatico, convinto assertore che il progresso scientifico deve essere al servizio dell'uomo ed estremamente affascinato dalla nascita dell’informatica, che secondo lui avrebbe potuto “fornire strumenti potenti e flessibili per la riorganizzazione della vita in una direzione più umana”. A tale fine istituì a Lugano la Fondazione Dalle Molle, attiva ancora oggi, finalizzata a supportare gli studi nel campo dell'intelligenza artificiale. Costituì inoltre il Centro Studi della Barbariga, ospitato nella sua bellissima villa palladiana sulla Riviera del Brenta, che si proponeva “ di trovare il modo di superare i metodi produttivi che deresponsabilizzano l’operaio sterilizzandone lo spirito” puntando il dito sullo sgretolamento dell’informazione lungo la catena produttiva, la moltiplicazione delle funzioni primarie e in fin dei conti l’incapacità del sistema di valorizzare le potenzialità individuali. Nasce la PGE (Progetti Gestioni Ecologiche) Il Centro Studi, che attirò molti intellettuali e scienziati, lavorò per realizzare anche una soluzione alla congestione delle aree urbane, e da una sua costola nacque la PGE (Progetti Gestioni Ecologiche). Dalla sua nascita sino ai primissimi anni Novanta, la PGE ha omologato cinque tipi di veicoli elettrici: 2/3P, Taxi, Taxi merci, Van e Van8 ambulanza, costruendo in una dependance della villa opportunamente ristrutturata quasi duecento veicoli e partecipando a “Progetti finalizzati al trasporto elettrico” in collaborazione con Fiat, Enel, Agip e con l’Università di Bruxelles. Si erano prese sperimentalmente due città, Padova e Milano, dove vennero costruite anche stazioni ricarica campione. L’idea del Dalle Molle non prevedeva però la costruzione di migliaia e migliaia di esemplari necessari per dotare l’intera rete di questo sistema, ma bensì prototipare il meccanismo, per cedere poi ad una grande azienda o municipalità interessata l’intero pacchetto. L'impresa si consluse prima del previsto Purtroppo l’iniziativa non trovò i consensi sperati e la produzione dei veicoli PGE ad un certo punto si interruppe. Una cinquantina di queste prime vetturette vennero vendute all’ENEL, alcune decine in Belgio, Inghilterra e negli Stati Uniti. Siamo riusciti, grazie al Museo Bonfanti Vimar, a vedere una superstite di questa idea tanto geniale quanto precoce; si tratta di una vetturetta denominata “Green ” due posti, molto alta e larga, di circa 400 Kg senza batterie caratterizzata da una linea squadrata, che può ricordare un po’ la Panda, un po’ la Mini 90/120. Appare di produzione Fiat anche molta componentistica. Due persone stanno comode, ed il bagagliaio, limitato dal contenitore delle batterie. E' comunque adeguato.
Riguardo le prestazioni, non abbiamo purtroppo trovato indicazioni relative a autonomia e velocità. Specie durante il periodo della crisi energetica legata alla guerra del Kippur, con le domeniche senza auto che i lettori un po’ più anziani ricorderanno, si videro altre vetturette elettriche, ricordiamo per esempio la Zagato Zele. Siamo riusciti, grazie al Museo Bonfanti Vimar, a vedere una superstite di questa idea tanto geniale quanto precoce; si tratta di una vetturetta denominata “Green ” due posti, molto alta e larga, di circa 400 Kg senza batterie caratterizzata da una linea squadrata, che può ricordare un po’ la Panda, un po’ la Mini 90/120. Appare di produzione Fiat anche molta componentistica. Due persone stanno comode, ed il bagagliaio, limitato dal contenitore delle batterie. E' comunque adeguato.
Riguardo le prestazioni, non abbiamo purtroppo trovato indicazioni relative a autonomia e velocità. Specie durante il periodo della crisi energetica legata alla guerra del Kippur, con le domeniche senza auto che i lettori un po’ più anziani ricorderanno, si videro altre vetturette elettriche, ricordiamo per esempio la Zagato Zele.
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