Innocenti Nuova Mini

prodotta dal 1974 al 1993.

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  1. Unopertutti
     
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    Nella seconda metà degli anni sessanta, la Innocenti era guidata da Luigi Innocenti, figlio del fondatore Ferdinando.
    La produzione di automobili su licenza BMC (poi British Leyland) procedeva in maniera soddisfacente e la casa di Lambrate accarezzava l'idea di una vettura interamente progettata e costruita in Italia.
    Nel 1969 venne affidato l'incarico a Nuccio Bertone e a Giovanni Michelotti di approntare dei progetti per una utilitaria, da proporre nella fascia di mercato delle vetture da 750 cm³, affiancandola all'ormai datato modello "Mini".
    Stante l'intervenuta crisi aziendale, il progetto fu accantonato per essere ripreso nel 1971, dopo che il settore auto della Innocenti fu acquisito dalla British Leyland, la quale inviò Goeffry Robinson a dirigere gli impianti di Lambrate.
    Robinson rimase subito colpito dalla maquette realizzata da Bertone, ma sia le condizioni finanziarie della Innocenti, sia quelle della casa madre, non consentivano di dare rapida attuazione al progetto che avrebbe comportato la costosa realizzazione di un nuovo motore e di nuovi impianti di assemblaggio. Del resto, l'uscita della Autobianchi A112, appositamente pensata per contrastare il successo della "Mini", aveva assestato un colpo durissimo alle vendite ed era necessario correre ai ripari.



    La maquette preparata dal designer Marcello Gandini per la Bertone, fu messa in produzione con pochissime modifiche solo nel 1974.
    Alla meccanica della Mini tradizionale, vennero apportati minimi miglioramenti (messa a punto dei propulsori per razionalizzarne le prestazioni e ridurne i consumi, spostamento del radiatore di raffreddamento sul frontale dell'auto), in questo modo la Nuova Mini venne allestita con una carrozzeria innovativa ed alla moda.
    Le linee firmate Bertone conferirono una nuova personalità alla vettura, che assunse il caratteristico aspetto "squadrato" (per l'epoca modernissimo), con ampissime superfici vetrate, minimi sbalzi, linea vagamente a cuneo e portellone posteriore.
    Tecnicamente il modello e le sue successive evoluzioni sono identificate con la denominazione di "Mini Bertone".
    La stampa ed il pubblico accolsero entusiasticamente la vettura nel momento della sua presentazione, nonostante il prezzo piuttosto salato, in linea con quello della migliore concorrenza diretta (In particolare della Autobianchi A112, di cui l'auto era diretta rivale).
    Le vicende finanziarie e di immagine della casa produttrice impedirono alla vettura di affermarsi sul mercato sfruttando appieno le proprie potenzialità.
    Gli esiti di alcuni difetti tipici di inizio produzione in pochi mesi si sommarono a quelli del tracollo finanziario della Leyland Innocenti ed agli strascichi macroeconomici delle crisi petrolifere.
    L'agitazione delle maestranze della Innocenti, in occasione delle crisi aziendali, fece sì che l'automobile nei primi periodi dopo la presentazione al pubblico, benché richiesta dai consumatori, fosse consegnata in forte ritardo, ed in alcuni casi mal rifinita, assemblata od addirittura vandalizzata, con conseguente perdita di immagine della Leyland Innocenti.
    La gestione De Tomaso, che subentrò alla gestione Leyland, ereditò la nuova vettura e la rimise immediatamente in produzione, raggiungendo gli obiettivi di vendita tra il 1977 ed il 1980, con un picco di successo nel biennio 1978 - 1979.
    Attraverso diverse gestioni della Innocenti (Leyland, De Tomaso e Fiat) la vettura (in tutte le sue diverse e successive evoluzioni) comunque ebbe un consenso di pubblico costante negli anni, che assestò le vendite su un livello tale da far sopravvivere la Innocenti fino al 1993.
    La lunghissima carriera del modello, che in tutte le sue evoluzioni rimase in produzione esteticamente quasi immutato per 19 anni, conferma la potenzialità di una vettura che - dopo anni di oblio e dimenticatoio - risulta più apprezzata oggi di quanto non lo fosse all'epoca della sua produzione.
    Negli ultimi anni di commercializzazione, soprattutto nelle versioni più economiche, la piccola Innocenti assurse al ruolo di auto meno costosa del mercato, mutando completamente il posizionamento target che le era stato assegnato al suo esordio di "auto snob".
    Curioso è anche come la vettura vivesse anche di un mercato di sostituzione. Parecchi utenti, durante gli anni di produzione, usavano cambiare la propria Mini con una mini delle serie successive.
    Le dimensioni minime e le buone prestazioni e doti di economia della vettura, crearono anche una nicchia di discreti affezionati, che fece vivere il mercato dell'usato della Mini Bertone anche alcuni anni dopo la sua uscita di produzione.

    Prima serie (Mini 90/120/DeTomaso) 4 cilindri.



    Nata nel 1974, era meccanicamente identica alla Mini classica ed era disponibile in versione 90 (998 cm³) e 120 (1275 cm³).
    Nel 1976-1977, con il passaggio della Innocenti dal controllo della Leyland al controllo di De Tomaso, viene presentata anche una 120 (solito motore 1300 BL, ma diversa messa a punto) con caratterizzazione sportiva, venduta con il nome commerciale di Mini De Tomaso.

    La Mini De Tomaso.


    Nel 1977-1978 si assiste a una scissione della gamma, che inserisce le versioni SL per le due motorizzazioni.
    Si assiste così ad un incremento del livello di finitura delle vetture e la gamma diviene composta da 90N, 90SL, 120L, 120SL.
    Nel 1978, grazie alla gamma completa delle piccole Innocenti, il mercato dimostra di poter assorbire 40mila di queste vetturette.
    Per la Innocenti di De Tomaso è una boccata d'ossigeno. Inizia anche l'esportazione all'estero della vettura attraverso la rete dei concessionari British Leyland.
    All'estero il modello è identificato come Leyland Innocenti 90/120/DeTomaso, e riscuote un buon successo soprattutto sul mercato francese, e in minor misura nei mercati spagnolo, tedesco e del Benelux.
    Per l'estero vengono presentate alcune versioni speciali non vendute in Italia (Bleue, Red).
    In Italia è ottenibile la versione speciale della Mini 90 denominata "Koelliker", personalizzata dal concessionario milanese con i paraurti della DeTomaso, verniciature metallizzate, colorazioni specifiche, passaruota supplementari della versione DeTomaso, plancia rivestita in legno e parabrezza con antenna radio integrata.
    Nel 1979 la DeTomaso viene proposta in versione "Special", nella sola colorazione nera con filetti oro alle fiancate, interni specifici in stoffa monocolore, volante sportivo di pelle.
    L'anno successivo la versione "DeTomaso Special" si rende disponibile anche in colorazione bordeaux o rosso pastello, con la dotazione della DeTomaso Special nera, ulteriormente arricchita di alzacristalli elettrici anteriori e cerchi ruota in lega specifici da 12 pollici.
    Nel 1980 nasce l'estrema evoluzione del modello, la Mille. La carrozzeria è simile alla 90 dalla quale deriva meccanicamente, con un restyling che la fa apparire molto più moderna grazie ai paraurti-fascioni in resina plastica, e a un sostanziale cambio nell'arredo interno, con largo uso di velluto e moquette, che prefigurerà le sembianze delle successive Tre Cilindri in versione lussuosa.
    La Mille è la prima utilitaria sul mercato italiano con gli alzacristalli elettrici.
    Nella primavera 1981 scompare la versione 120 e tutte le 90 adottano i paraurti in plastica visti l'anno prima sulla Mille.
    Si studiano in questi anni anche dei prototipi di Mini Bertone a 5 porte, che però non hanno alcun seguito in produzione.
    La Innocenti Mini con organi meccanici inglesi rimane in produzione fino alla fine del 1981, quando scade l'accordo per la fornitura di motori con la Leyland. Dopodiché sulla vettura sostanzialmente invariata verranno montati organi meccanici giapponesi.

    Seconda serie (Tre cilindri/Small).

    Nel 1982 ci fu un leggero restyling nell'estetica ed un sostanziale cambio sottopelle.
    Cessò la fornitura di organi inglesi, che vennero rimpiazzati da organi meccanici giapponesi Daihatsu.



    La particolarità del modello sta in questa fase di avere introdotto le motorizzazioni a tre cilindri, oggi utilizzate su vasta scala nei motori di cilindrata piccola e medio/piccola, nel mondo delle automobili utilitarie di grande diffusione.
    Era infatti caratteristica comune tra le utilitarie del tempo la motorizzazione a quattro cilindri per le utilitarie, e a due cilindri per le superutilitarie.
    Continuando con la storia del modello, le versioni a tre cilindri furono dapprima ufficialmente battezzate con la denominazione commerciale appunto di Innocenti Tre cilindri ed erano disponibile con diversi livelli di allestimento (S, SL ed SE) e con un unico motore endotermico di 993 cm3 da 53 cv.
    Il motore 993 aspirato regalò un temperamento deciso alla piccola di Lambrate.
    L'anno successivo venne introdotta la Turbo De Tomaso, dotata del 993 turbocompresso, dapprima con un Turbo prodotto dalla stessa De Tomaso (Motore chiamato CB/DT Sanyo).
    Questa versione, particolarmente spinta, si rivela bella quanto fragile e veloce, una sorta di icona della piccola sportiva degli anni ottanta per la sua tecnologia così particolare e un piccolo fenomeno di moda, essendo la prima utilitaria italiana col Turbo.
    Nel 1984 la Mini Bertone cambia nuovamente nome diventando Minitre e mantenendo livelli di allestimento differenziati.
    Vanno ad aggiungersi alla gamma la MiniMatic con cambio automatico e la Minidiesel, dotata del primo motore diesel sotto il litro sempre di 993 cm³.
    Sulla MiniTre viene per alcuni periodi fornita una serie speciale denominata "MiniTre SE Special", in colori nero e marrone, con le finiture (mascherina, prese d'aria, cerchi, filetti adesivi in fiancata) color oro, e gli interni in velluto con stoffa della "Turbo DeTomaso".
    Tra il 1984 e il 1986 la macchina viene esportata anche in Canada con le versioni "AMERICA".
    Alla fine del 1985 alcuni esemplari di MiniTre, MiniMatic e TurboDeTomaso con specifiche americane, vengono riconvertite a versioni nazionali e vendute sul mercato interno, dando origine in questo modo alla serie speciale "AMERICA", riconoscibile dai logitipi sulla fiancata posteriore, dagli indicatori di direzione laterali di derivazione Maserati Biturbo, parasale ai passaruota anteriori, e da alcuni minime differenze nelle rifiniture interne, residuo delle specifiche USA (spia cinture di sicurezza su versioni prive di fendinebbia, placchetta con numero di telaio sul cruscotto, palpebra antiriflesso alla base della strumentazione, tasti dei servizi illuminati, lampada illumina quadro di riscaldamento, cicalino in avviamento per le cinture di sicurezza).
    Il 1985 è l'anno della Innocenti 650, dotata di un bicilindrico Daihatsu di 650 cm³ particolarmente economico e parco, prima super-utilitaria del segmento A con raffreddamento ad acqua e cambio a cinque rapporti.
    La Turbo De Tomaso adotta il nuovo motore CB60.

    La Mini Turbo De Tomaso.


    Nel 1986 si rispolvera il progetto della "mini lunga" che si era implementato già a fine anni '70: debutta la 990, ovvero la Mini con il passo lungo a beneficio di una maggiore stabilità nel comportamento su strada, esteticamente simile alle Mini Bertone, ma col parabrezza più inclinato ed aerodinamico, il tergi monospazzola e tanti piccoli particolari aggiornati e migliorati (paraurti, fanaleria, allestimenti interni) e sulla quale viene offerto come optional persino il condizionatore a confermare il ruolo di "piccola ammiraglia".
    Tra gli optional qualificanti della 990 vanno ricordati anche gli interni in alcantara e il tetto apribile in cristallo fumé, ottenibili sulle 990 "Serie Speciale", che verrà presentata al Salone di Torino del 1990.
    Alla fine del 1987 compare a listino la 500 (carrozzeria corta) in allestimento L ed LS con il nuovo piccolo tricilindrico giapponese da 548 cm³.
    Il 548 stupisce in quanto pur essendo un motore molto piccolo riesce a dare adeguate prestazioni al piccolo corpo vettura della Mini.
    Il successo di vendita della piccola 548 riporta in utile, per oltre un anno e mezzo, i bilanci della Innocenti.
    Nel giugno 1988 il motore di 993 cm³ della Turbo e della 990 viene leggermente aggiornato, mantenendo quasi immutati gli allestimenti ma dando vita alla nuova ed ultima serie della Turbo, la CB61,dotata di una strumentazione di nuovo disegno.
    Nel 1990 viene prodotta l'ultima Turbo DeTomaso, canto del cigno delle piccole mini pepate lambratesi (con motore CB61).
    I dati ufficiali della casa indicavano con il passaggio alla motorizzazione tre cilindri ed alla nuova architettura delle sospensioni, gli interventi in garanzia si erano ridotti di 1/3 rispetto alle corrispondenti vetture con le precedenti componentistiche inglesi.
    Nel 1991 la 500 e la 990 vengono rinominate Small 500 e Small 990; in particolare la Small 500 subisce anche un incremento di cilindrata a 659 cm³, che non porta a un sostanziale incremento delle prestazioni ma migliora affidabilità e fluidità di marcia.
    Le nuove Small vengono accompagnate nel debutto da alcune Serie Speciali dotate di interni sgargianti (Small 500 Serie Speciale) o raffinati (velluto spigato Missoni sulla Small 990 Serie Speciale) e sovente, verniciatura bicolore della carrozzeria.
    Dal 1992 entrano a listino le Small con catalizzatore, e, nel 1993 la gamma si amplia con la 500 SE che unisce il motore 659 alla carrozzeria allungata della 990.
    La produzione termina il 31 marzo 1993, la commercializzazione nel 1994.
    Ad inizio anni '90 vennero studiati ulteriori aggiornamenti sul corpo vettura di Bertone, che però rimasero allo stadio di prototipo nella grande maggioranza dei casi, anche per sfruttare le economie di scala all'interno del Gruppo Fiat, di cui la Innocenti era diventata parte.
    Le ultime Small 500 SE avevano infatti adottato parti in comune con le coeve Fiat (selleria di derivazione Fiat Panda con slitte al pianale all'anteriore).
    Vennero inoltre sviluppati studi e progetti per dotare la vettura di motori FIAT Fire 750 e Fire 1000 per svincolare la casa dall'importazione degli organi meccanici giapponesi.
    L'uscita di produzione della Small fu curiosamente dettata forse più da fenomeni di cannibalismo nei confronti delle utilitarie fiat del periodo (Cinquecento in primis), alla quale la Small faceva concorrenza "in casa".
    Nel 1993, complici anche i mutati piani regolatori che facevano presagire la destinazione industriale dell'area degli stabilimenti Innocenti a zona residenziale, gli stabilimenti furono dismessi e non si ritenne economico spostare le linee della vettura Bertone in altri stabilimenti del Gruppo.
    Ciò decretò, a ben vent'anni dalla presentazione, la definitiva uscita di scena dell'utilitaria di Lambrate dalle tante vite.
    Il punto di forza della Mini Innocenti è da considerarsi la bontà delle prestazioni e l'economia dei costi di gestione.
    I nei sono qualche problema di affidabilità, specialmente dell'impianto elettrico, risolti solo con le ultime serie, e un angusto spazio interno, dovuto alle dimensioni minime del corpo vettura.
    Le quotazioni attuali della vettura sono modeste, anche se stranamente la vettura risulta più apprezzata oggi che allora, ma la ricerca dei pochi appassionati del modello si concentra soprattutto sulle diverse serie della DeTomaso, sia aspirata che turbo.
    Nonostante le basse quotazioni iniziano a destare qualche interesse tra i collezionisti anche le prime Mini 90/120, visto anche l'esiguo numero di esemplari giunti fino a noi.

    Edited by Unopertutti - 11/6/2014, 11:27
     
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    mai mollare!!!!!

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    fantastica la De Tomaso è proprio un bel pezzo da collezione.... avevo trovato anni fa una turbo e l avevo quasi presa ma purtroppo aveva problemi di documenti perchè era in fermo amministrativo e bisognava pagare il fermo deposito....e me la sono persa purtroppo
     
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    Ei non l'avevo visto questo post, ottimo lavoro, molto interessante bravo
     
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  4. penthotal
     
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    Buongiorno, sono un fiero possessore di una 500 small nella versione con motore Daihatsu a 3 cilindri da 659 cm3. Ho una domanda molto semplice, postami dal rivenditore di ricambi, alla quale spero possiate rispondermi: la cinghia di distribuzione del motore montato sul mio modello è a 90 o 63 denti? Devo cambiarla ma non ho la possibilità di smontare il pezzo al momento per controllare. Grazie, Alvaro.
     
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