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La Citroen Mehari è una piccola vettura, di derivazione Citroen Diane, prodotta dalla casa Francese dal 1968 al 1987, rimanendo in sostanza invariata in tutti questi anni. La piccola vettura in materiale plastico fa parte delle cosiddette spiaggine, quelle vetture, costruite in piccola serie da carrozzieri indipendenti, prive di tetto, di solito abbinate a sedili in vimini, e molto minimaliste. Con l’arrivo della Mini Moke nel 1964, prodotta in serie dalla casa Britannica, in Francia Roland de la Poype, di nobili origini, un eroe di guerra ex pilota militare di caccia nella seconda guerra mondiale è un appassionato di tecnologia e pioniere nel settore delle materie plastiche. Ma è anche un industriale e proprietario della SEAB (Société d’Exploitation et d’Application des Brevets, ossia Società di sperimentazione ed applicazione dei brevetti. Cercherà di bissare i successi della Mini Moke. La sua idea, tanto semplice ma geniale, è quella di creare una struttura in materiali plastiche da appoggiare ad una carrozzeria esistente, in questa maniera si ottiene un ottimo compromesso tra leggerezza e durata, la plastica non fa ruggine e resistenza ai piccoli urti. L’idea venne presentata a Pierre Bercot, all'epoca presidente della Citroen, il quale accettò, nel 1967, la sfida di creare una vettura di tipo spiaggina. Si utilizza una versione furgonata della 2cv, cui sono tolti tutti i pannelli di copertura e che sarà la base dei vari prototipi, inizialmente fatti in cartone e poi in materiali plastici. I primissimi prototipi avevano la carrozzeria fatta con pannelli in ABS lisci. In un secondo momento, però, si decise di utilizzare pannelli zigrinati a nervature fitte orizzontali, in modo da rendere più rigido il corpo vettura. In poco tempo insieme al progettista Jean L. Barrult e Jean Darpin nasce la carrozzeria della Méhari. Era l’autunno del 1967, quando il primo prototipo con motore 425 cc da 18CV della furgonetta 2CV (da cui deriva) è presentato ai tecnici della Citroën nei locali della S.E.A.B., prima di essere spedito a Quai de Javel per essere presentato e poi approvato da Pierre Bercot alla Direction Générale della Citroen. La vettura fu presentata con il nome di Citroen Mehari, una razza di dromedari, allevato dal popolo Tuareg, noto per la sua velocità e resistenza.
Basata alla fine su un pianale di origine Dyane, accorciato di 22 cm, che di fatto ne riduceva l’abilità, la Citroen Mehari conservava l'intero comparto meccanico, a partire dal motore bicilindrico da 602 cc con raffreddamento ad aria ed in grado di erogare una potenza massima di 29.6 CV DIN (pari a 32.8 CV SAE). Anche le sospensioni e l'impianto frenante, così come sterzo e cambio fu derivato direttamente dalla popolare vettura. Con un peso a vuoti di soli 525 kg, la Méhari riusciva a compensare almeno in parte la modesta potenza del suo propulsore. Le performance infatti, non superavano i 100 km/h. Ma la Mehari non era nata per essere di certo una vettura sportiva. Sul telaio fu applicata la carrozzeria, a vasca, la cui lavorazione costituì la vera specialità della SEAB: tale soluzione, come già anticipato, permetteva di evitare la formazione di ruggine e garantiva un risparmio considerevole di peso. Inoltre, essendo la plastica utilizzata colorata, non si correva neppure il rischio che si potesse scrostare la vernice. Le zigrinature longitudinali della carrozzeria garantivano migliori doti di rigidità. La vettura riuscì a essere ancora più spartana della Citroen 2cv, le portiere erano amovibili in tela, la copertura era costruita da un’ossatura in tubi a cui veniva, tramite bottoni a pressione, fisato il telo in pvc, di certo non era molto comoda trasformarla in vettura aperta, anche perché la struttura doveva rimanere in garage. I sedili posteriori erano amovibili, permettendo di creare un vano di carico ampio, circa 1.2 metri quadri e con una portata di 400 kg.
Prototipi del 1967
Seconda versione del prototipo ufficiale 1967
Prototipo ufficiale utilizzato per le immagini commerciali
I primi esemplari di preserie differivano, rispetto a quello poi prodotti per alcuni particolari, come ad esempio le ruote con coprimozzi, gli indicatori di direzione anteriori sotto i proiettori, i fanalini posteriori in stile 2CV, la ruota di scorta sistemata a sinistra.
Citroen Mehari al Salone di Parigi del 1968
Citroen Mehari 1968
All'impianto SEAB venne in seguito affidato il compito di assemblare i primi 2.500 esemplari definitivi. Dalla fine del 1969 vi furono lievi aggiornamenti al frontale, consistenti nel ridisegnamento e riposizionamento di alcune luci di servizio, come gli indicatori di direzione frontali.
Citroen Mehari del 1969
L'anno seguente, le portiere divennero parzialmente in plastica, mentre apparve una nuova versione a soli due posti ed omologata come autocarro, in modo da risparmiare dal punto di vista fiscale. Contemporaneamente apparvero un nuovo specchietto retrovisore esterno rotondo ed un rudimentale antifurto.
Citroen Mehari 1970
Nel 1972 la gamma si allargò con l'arrivo di una versione denominata Mehari Type Armée e caratterizzata dalla presenza di due batterie. Nel 1975 venne montato un nuovo cruscotto con voltmetro, mentre due anni dopo l'impianto frenante divenne a doppio circuito frenante e lo sterzo venne maggiormente demoltiplicato.
Citroen Mehari 1975
Nel 1978 la Méhari ricevette una nuova calandra smontabile, mentre gli indicatori di direzione migrarono nuovamente sotto i fari come negli esemplari di pre-serie. Inoltre l'impianto frenante ricevette freni anteriori a disco.
Citroen Mehari 1978
Nel maggio del 1979 vi fu l'arrivo della Mehari 4x4, versione dalle maggiori velleità fuoristradistiche in quanto provvista di trazione integrale. Rispetto alla versione a trazione anteriore, la Méhari 4x4 montava numerose modifiche tecniche, tra cui un nuovo ponte posteriore con un nuovo differenziale bloccabile. Anche il cambio era differente, avendo sette marce, di cui tre ridotte, mentre l'impianto frenante era invece a quattro dischi. Grazie alla trazione integrale ed al cambio con ridotte, la Méhari 4x4 era in grado di affrontare anche pendenze del 60%. In questa configurazione, il peso a vuoto della Méhari arrivava a 555 kg. La Méhari 4x4 fu addirittura utilizzata come mezzo di pronto soccorso durante i rally in Africa. Dato l'esiguo numero di esemplari prodotti, oggi la Méhari 4x4 è molto rara e molto ambita quindi dagli appassionati. Anche i pezzi di ricambio specifici sono quasi introvabili.
Citroen Mehari 4x4
Contemporaneamente al lancio della 4x4 tutta la gamma beneficiò dell'arrivo del cruscotto della Citroën LNA. Nel 1982 la 4x4 venne aggiornata nelle sospensioni, ora più basse da terra, e nella carrozzeria, ora con passaruota allargati. Il vano della ruota di scorta passò sopra il cofano anteriore.
Citroen Mehari 1982
Nel 1983 la 4x4 venne tolta dal listino, mentre apparve la serie limitata Azur: dato il successo di quest'ultima versione, essa venne integrata nella gamma Méhari. L'ultima Méhari uscita dalle linee di montaggio è datata 30 giugno 1987. Tra i vari impieghi che hanno visto protagonista la Méhari vi furono quelli militari, specialmente da parte dell'esercito francese: questi ultimi utilizzarono vetture modificate nell'impianto elettrico, e che utilizzavano due batterie da 12 V poste in serie. L'esercito francese ha scelto la Méhari Armée dopo una ricerca di mercato da cui è emerso un orientamento per un mezzo leggero, economico, che massimizzasse il costo-efficacia, e siccome esso era destinato alle retrovie, venne considerato inutile armarla con qualche tipo di dispositivo bellico. Essa aveva la capacità di carico di 405kg, svolgendo il compito di mezzo da comando, comunicazioni e trasporto leggero.
Citroen Mehari Armée
Pur non essendo a trazione integrale si è rivelata abbastanza leggera da essere utilizzabile con una certa disinvoltura anche fuoristrada. Le sospensioni sono costituite da bracci a interazione laterale su molle spirali. In totale furono 11.500 le Méhari ordinate per l'Esercito e le forze di Polizia francesi.
Azur: prevista inizialmente in una tiratura limitata a 700 esemplari, la Mehari Azur venne poi integrata nella gamma "normale" dato il gran successo ottenuto. La Azur si distingueva dalle altre Méhari per la carrozzeria di color bianco con portiere, calandra e capote di color azzurro. I sedili erano rivestiti in tessuto a righe bianche e azzurre.
Citroen Mehari Azur
Plage: contemporaneamente alla Azur venne introdotta anche la serie Plage, riservata ai mercati della penisola iberica. La vettura, prodotta a Mangualde, in Portogallo (dove nel frattempo era stato attivato un nuovo nodo produttivo per la Méhari), era caratterizzata dalla carrozzeria di color giallo con cerchi bianchi;
Citroen Mehari Plage
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