Fiat 132

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    4,060
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    Nel 1972, per sostituire la ormai anziana Fiat 125, viene presentata la nuova Fiat 132, una grossa berlina, che mirava ad una clientela esigente, per quanto riguardo comfort e rafinatezza, venne prodotta fino al 1981.
    Il modello iniziò a essere pensato già nel 1965, quando nacque appunto la Fiat 125 ricordiamoci, infatti, che questa vettura era una derivazione della Fiat 124, a cui avevano apportato sostanziali modifiche, in questo periodo la creazione di un nuovo pianale e, di fatto, di una nuova vettura, comportava dei periodi di gestazione abbastanza lunghi, oltre a costi importanti.

    Fiat 132 prototipo
    u3n5u

    Al suo esordio la Fiat 132 era disponibile con due motorizzazioni: la 1600 (1592 cm³, alesaggio x corsa 80 x 79,2 mm, in allestimento normale e Special) con 98 CV a 6000 giri/min, in grado di raggiungere 165 km/h; la 1800 (1756 cm³, alesaggio x corsa 84 x 79,2 mm, nel solo allestimento Special) con 105 CV a 6000 giri/min e velocità massima 170 km/h. La carrozzeria era figlia della moda degli anni settanta, caratterizzata dal frontale con 4 fari anteriori circolari e dalla particolarità, per l'epoca, dei finestrini anteriori privi dei deflettori. La 132 è la prima Fiat assemblata parzialmente dai robot: alcuni elettrosaldatori applicano punti di saldatura alla carrozzeria.

    Fiat 132 1600
    okv4x
    rikxc

    Fiat 132 1800 Special
    tlyr
    wssl
    n65h
    cjfc

    Foto di gruppo in Beige la versione base in argento la versione special
    rcl24410

    Al motore era accoppiato un cambio a 4 marce o a richiesta un cambio a 5 marce, con quest’ultima di riposo, di fatto la velocità massima si raggiungeva con il quarto rapporto, come optional era disponibile un cambio automatico, a tre rapporti con convertitore di coppia idraulico.
    Le sospensioni ricalcano, seppur con lievi modifiche, lo schema già adottato dalla 125: anteriori a quadrilateri trasversali con bracci oscillanti sovrapposti, molle elicoidali ed ammortizzatori idraulici coassiali a doppio effetto; posteriori ad assale rigido con molle elicoidali ed ammortizzatori idraulici coassiali a doppio effetto (anziché balestre, come la progenitrice) più una coppia di biellette di ancoraggio supplementari. Barra stabilizzatrice sull'anteriore, per controllare il coricamento laterale in curva, migliorando la tenuta di strada alle elevate velocità. Impianto frenante a dischi sulle quattro ruote, con doppio circuito, servofreno e correttore di frenata sul circuito posteriore.
    La vettura si andava a porre nella fascia delle berline di rappresentanza, con interni appropriati al segmento, sedili ampi e molto comodi, realizzati in similpelle o in panno con trattamento antitarme, in pendant con i pannelli delle portiere, ricchi, peraltro, di vistose cromature. Il pavimento è in moquette, mentre il padiglione viene realizzato in materiale sintetico traforato. Il cruscotto presenta inserti in finta radica e racchiude in sé una strumentazione circolare molto completa (Veglia Borletti): tachimetro, contagiri elettronico (optional), indicatori di livello benzina e temperatura dell'acqua, orologio e pressione dell'olio (optional). Il volante è a due razze, disassate rispetto al centro (per consentire una migliore visibilità della strumentazione), ed è ad inclinazione regolabile; esso è dotato di un piantone snodato collassabile di sicurezza: in caso di incidente stradale esso si ripiega in tre parti e non penetra nell’abitacolo, mettendo a rischio il torace del guidatore. Sempre in tema di sicurezza, vengono adottati ulteriori accorgimenti, come la carrozzeria a struttura differenziata ad assorbimento controllato di forze d'urto e il rinforzo delle portiere con profilati in acciaio scatolato, al fine di preservare gli occupanti in caso di impatto laterale. La 132 era proposta nelle versioni normale (GL) e special (GLS): la versione normale più economica, spartana e meno ricercata, e la versione special che prevedeva, invece, una numerosa serie di optional. Le principali dotazioni, a richiesta, sono: Cambio a 5 marce, Cambio automatico, Differenziale autobloccante, Condizionatore d'aria, Ruote in lega leggera, Vernice metallizzata, Poggiatesta per i sedili anteriori, Lunotto termico, Cristalli atermici e Accensione elettronica.
    La prima serie fu prodotta fino al 1974 e sostituita da una seconda (1600 GL/GLS e 1800 GLS) che presentava alcune modifiche di carrozzeria (nuova calandra cromata, nuovi fregi cromati laterali (soltanto nei modelli GLS), gruppo ottico posteriore maggiorato), meccanica invariata, eccezion fatta per un lieve incremento di potenza del motore 1.8 litri, prima a 107 CV e poi a 111 CV (velocità massima invariata a 170 km/h). L'acronimo GL significava "Gran Luce": infatti la vettura presentava la linea di cintura abbassata, con leggero ampliamento delle superfici vetrate laterali, e il lunotto posteriore ampliato verso il baule. Tale modifica si era resa necessaria per aumentare la luminosità dell'abitacolo e la visibilità posteriore, eliminando, peraltro, la fascia di raccordo in lamiera tra baule e lunotto, esposta a facili corrosioni. A tal proposito vennero adottati (per l'epoca) accorgimenti innovativi per scongiurare la corrosione: le lamiere subivano un trattamento chimico a base di fosfati di zinco e manganese; la scocca veniva immersa in vernice antiruggine tramite elettroforesi. Il sottoscocca e i passaruota venivano ulteriormente trattati a spruzzo con cloruro di polivinile, per preservarli dall'azione chimica e abrasiva del sale antighiaccio e del pietrisco stradale; le ruote, particolarmente soggette alla corrosione, venivano trattate con polveri epossidiche ad alto spessore protettivo. L'insieme di tali aggiornamenti resero il corpo vettura più piacevole, ricercato e duraturo. La motorizzazione di 1.6 litri subisce una leggera riduzione di cilindrata a 1585 cm³ (alesaggio x corsa 84 x 71,5 mm), tuttavia le sue prestazioni rimangono invariate. La vettura ora adotta pneumatici ribassati "barra 70" anziché quelli tradizionali dell'epoca (corrispondenti ai "barra 80" attuali). Nella seconda serie della 132 avviene la sostituzione definitiva dei motori bialbero con basamento di alesaggio 80 mm con le unità di alesaggio 84 mm, sempre bialbero, introdotte per raggiungere cilindrate di 1.6 e 1.8 litri (in futuro, anche 2 litri). Le varie cubature vengono ottenute, a parità di alesaggio, utilizzando alberi motore con corsa di 71,5 oppure 79,2 mm.

    Fiat 132 1600 GL
    yhgi
    bvxn6

    Fiat 132 1600 GLS automatica
    oegar
    btr6i
    tdni2
    btr6i
    3o7u
    7esc

    Fiat 132 1600 GLS
    0ejf
    9w5o
    xroc
    rqtw
    3kdzi

    Una terza serie fece la sua comparsa nel 1977: la calandra fu ancora ritoccata riavvicinandosi a quella del modello iniziale, furono aggiunte fasce paracolpi sulle fiancate e disegnati nuovi (e vistosi) cerchi ruota, soprannominati "a quadrifoglio", di diametro 14 pollici in luogo dei 13 pollici delle serie precedenti. La modifica più appariscente fu quella apportata ai paraurti, che vennero realizzati, secondo lo stile Fiat dell'epoca, in resina con armatura metallica. Diverse modifiche ed irrobustimenti all'interno della scocca aumentarono il già buon livello di sicurezza della vettura. Gli interni fecero un salto di qualità, con l'adozione di nuovi sedili rivestiti di un piacevole velluto, con un'anima rigida all'interno (così la schiena di chi sedeva davanti non poteva sentire eventuali ginocchiate dei passeggeri posteriori più alti). Venne adottato un nuovo cruscotto a strumentazione quadrata e un nuovo padiglione, che aveva la particolarità delle 4 alette parasole (2 laterali e 2 sul parabrezza) a scomparsa. Anche le motorizzazioni subirono un aggiornamento: spariva la versione 1.8 litri, sostituita da un propulsore, sempre derivato dal bialbero Fiat, di 1995 cm³, alesaggio x corsa 84 x 90 mm, erogante una potenza di 112 CV a 5600 giri/min, per 170 km/h di velocità massima. Invariata la motorizzazione più piccola di 1.6 litri. Cambio a 5 rapporti di serie, con possibilità dell'opzione della trasmissione automatica. La Casa dava inoltre la possibilità, solo per la 2000, di scegliere il rapporto al ponte tra due valori: uno "lungo" per favorire la marcia autostradale e uno "corto" per privilegiare invece accelerazione e ripresa. L'impianto frenante è modificato: all'avantreno, grazie all'adozione dei nuovi cerchi, il diametro dei dischi è maggiorato da 240 a 250 mm; al retrotreno vengono adottati i tamburi in luogo dei dischi. La versione 2000 adotta il servosterzo e gli alzacristalli elettrici di serie. La vettura ha ora la possibilità di essere equipaggiata a richiesta con pneumatici di elevate prestazioni quali Pirelli P6 e Michelin TRX, con sezione ribassata "barra 60".
    Nel maggio del 1978 venne aggiunta la motorizzazione a gasolio con i motori diesel 2.000 (1995 cm³, 60 CV a 4400 giri/min, 130 km/h) e 2.500 (2445 cm³, 72 CV a 4200 giri/min, 145 km/h), prodotti dalla Sofim di Foggia (adottati in seguito anche dai veicoli commerciali di Fiat, Peugeot e Citroën). Trasmissione sempre a 5 rapporti, servosterzo.

    Fiat 132 1600
    03cc
    wjglp
    vld8d

    Fiat 132 2000
    8mzs
    nf4h
    7gfm
    9qnk
    ar1dt

    Fiat 132 2000 Diesel
    ff6r
    rbsr2
    ldk6
    yqna
    37tf8

    L'ultima evoluzione del modello fu l'introduzione nel 1979 del motore 2000 con alimentazione a iniezione elettronica Bosch LE-Jetronic con 122 Cv a 5300 giri/min ed una velocità massima incrementata a 175 km/h, con prestazioni notevolmente più brillanti della 2000 a carburatore anche per via dell'accorciamento dei rapporti del cambio e del rapporto finale al ponte, adottato "corto" in via definitiva. Lieve miglioramento del consumo, anche grazie al nuovo dispositivo "Cut-Off" in grado di tagliare l'afflusso di carburante al motore in fase di rilascio del gas. La versione 2000 con alimentazione a carburatore rimase comunque in listino.

    Fiat 132 2000 i.e.
    6xnq
    n23f1
    owfm
    lw2x
    daq5

    La gamma dei colori con cui veniva proposta sul mercato, era composta, per la prima serie, da Rosso Fiat, Verde oliva, Blu scuro, Blu sera metallizzato, Beige sahara, Champagne metallizzato, Nero, Grigio metallizzato, Bianco vela e Marrone testa di moro. Per la seconda serie, erano invece disponibili i colori Rosso ossido (cod.163), Arancio scuro (cod.200), Bianco (cod.233), Giallo champagne (cod.238), Verde prato (cod.336), Verde chiaro (cod.358), Azzurro chiaro metallizzato (cod.400), Blu scuro (cod.456), Champagne metallizzato (cod.577) e Alluminio metallizzato (cod.620).
    Per gli ultimi anni di produzione rimase l'ammiraglia della casa torinese in seguito al ritiro dal catalogo della Fiat 130, e nel maggio del 1981 uscì di produzione sostituita dalla Argenta, sua stretta derivazione.

    Fiat 132 all'estero
    Il modello venne anche costruito in Spagna in quasi 110.000 esemplari dall'allora controllata SEAT e rimarchiata come SEAT 132: disponibile con i motori 1600 e 1800 della prima serie, insieme alla versione 2000 (in realtà 1919 cm³ effettivi per motivi fiscali). Inoltre erano disponibili anche motorizzazioni diesel di 2000 e 2200 cm³ (di origine Mercedes, praticamente le stesse unità montate all'epoca sui modelli W 123).
    In Polonia, la Polski Fiat fabbricò un certo numero di Polski Fiat 132P, uguali all'originale italiano, nelle 3 versioni successive.
    In Sudafrica la 132 fu assemblata negli anni settanta su licenza dalla Brits Engineering Industries (B.E.I.), filiale dell'Alfa Romeo, in quanto la Fiat si era ritirata da quel mercato.
    In Corea del Sud fu prodotta a partire dal 1974 dalla Kia Motors.

    Seat 132 1600
    cm68
    seat-132-02
    seat-132-09
    seat-132-08

    Fiat 132 P
    pr5w
    oqagv
    t2yt
    7w44x

    Fiat 132 p della Milizia
    m8vd

    Versioni speciali e preparate
    Nei primi anni '70 la neonata 132 fu oggetto delle attenzioni della Giannini che preparò la "132-2000". Il modello sviluppa 115 CV grazie alla cilindrata maggiorata da 1756 a 1936 cm³, un rapporto di compressione più alto e l'adozione di due carburatori doppio corpo. Cerchi in lega leggera, cambio automatico, sedili anatomici e autoradio erano i principali accessori a pagamento.
    La Moretti realizzò alcuni esemplari in allestimento coupé nel 1972, seguiti da una seconda versione nel 1974, caratterizzata da un imponente frontale a 6 fari affiancati.
    Molti altri prototipi di allestimenti coupé o giardinetta su autotelaio "132", realizzati da vari carrozzieri, tra i quali Coggiola, Michelotti, Lombardi, Savio e Pininfarina, non ebbero seguito produttivo.

    Fiat 132 Giannini
    oimv
    sjad
    4ij7

    Fiat 132 Moretti
    9o1e
    74ef
    zl68

    Fiat 132 Fissore allestimento ambulanza
    5eje
    jcmj
    x2u1
    gw0or
    o8b2

    Fiat 132 Familiare di Pinfarina mai costruita
    zhpjz

    Brochure
    xrkf

    ctsq
    2xqp
    bncx
    0rgxo
    2eog
    061hr
     
    .
  2. Unopertutti
     
    .

    User deleted


    Bella scheda!!! Bravo Fede.

    :pollice):

    A me piaceva molto la versione 1800 Gls.
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    4,060
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    Grazie
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,229
    Location
    Gottmadingen ,Germania

    Status
    Offline
    Bravo xericos !! Complimenti !!
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    4,060
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    Graie
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    4,064
    Location
    milano

    Status
    Offline
    la fiat 132, da quanto tempo non ne vedo una! secondo me non era una macchina molto riuscita. la 125 era stata un' ottima vettura, forse un pò bruttina ma era un compromesso indovinato nel suo segmento. era veloce e piacevole da guidare, spaziosa ed economica.
    la 131 fu pure lei una ottima macchina, la più riuscita delle fiat medie secondo me.

    la 132, esteticamente mi è sempre sembrata piacevole relativamente alle concorrenti del periodo, il classico bialbero fiat dava prestazioni brillanti anche sui modelli di base. inoltre nel nostro paese era favorita dai dazi.
    però da guidare era un pò un barcone, soffriva di un sottosterzo veramente esagerato, il volante non trasmetteva alcuna connessione con l'asfalto. i freni inoltre erano stati soggetti a molte critiche perchè tendevano a bloccare troppo, ma non ci furono miglioramenti significativi.
    inoltre rimase sul mercato troppo a lungo, sostituita dalla "indimenticabile" argenta. quando già sul mercato internazionale si affacciavano auto nettamente più moderne come la mercedes 123, la opel rekord E, la peugeot 505 eccetera..... questo contribuì all' inizio del declino del marchio fiat.

    già da allora si vedeva dove portava la taccagneria...
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Moderator
    Posts
    1,788
    Location
    Brasil

    Status
    Offline
    Bella scheda! Complimenti Xericos!
     
    .
6 replies since 24/5/2014, 13:56   9811 views
  Share  
.