| Buick Riviera – qualcosa in cui credere, così recitava la pubblicità dell’epoca, della Buick Riviera del 1971, una macchina che, giunta alla sua terza generazione, grazie alle sue forme innovative e originali raccoglieva il plauso di giornalisti e critici. La storia di questo modello però comincia circa una decina d’anni prima e l’origine del suo nome va cercata più indietro ancora nel tempo. Riviera non era un nome nuovo per General Motors, che lo aveva usato per la prima volta nel 1949. In quell'anno infatti, alla Buick si disegnava la nuova hard top pilarless due porte, che venne battezzata Roadmaster Riviera.
Roadmaster Riviera
Negli anni successivi il nome fu più volte riutilizzato dalla GM, non per indicare un modello, ma uno stile di carrozzeria, quello 4 porte con hardtop pilarless. L’ultimo modello ad usufruire di tale indicazione fu l’Elctra Riviera del 1963, quello stesso anno il termine divenne la denominazione di un modello. La Riviera, in principio XP – 715, nasce dall’esigenza della GM, attorno al 1961, di creare una degna concorrente della Ford Thunderbird, allora tra le auto più di successo, che aveva già venduto 200,000 esemplari.
Schizzo della Riviera XP-715
La vettura doveva avere uno stile unico, due porte e 4 posti a sedere, comoda, ma con grandi prestazioni. I primi disegni si ispirarono alla LaSalle, Cadillac prodotta negli anni trenta disegnata dal grande Harley Earl, mentore di Bill Mitchell, capo progetto della Riviera. Fu d’ispirazione anche un viaggio a Londra di Mitchell, che rimase affascinato dall’apparizione nella nebbia di una Rolls-Royce personalizzata, quella fu la linea che cercò di ricreare. Così quello che ottenne fu un design estremamente innovativo, che vedeva elementi rotondeggianti degli anni venti/trenta, fusi, armonizzati con il profilo spigoloso tipico dell’auto americana anni sessanta/settanta. I due particolari più interessanti sono sicuramente la “boattail” (terza generazione), che donava all'auto un’idea di avveniristico e le griglie verticali ai lati del paraurti (prima generazione), che richiamavano l’alta calandra della Cadillac LaSalle. A queste griglie in principio, per motivi di costi, venne assegnata una funzione puramente estetica, ma nel 1965, seguendo il progetto originale, i fari anteriori, posti a vista in mezzo alla calandra, vennero collocati dietro queste due griglie, ognuna divisa orizzontalmente in due parti, mosse da un unico motore elettrico, che ne consentiva l’apertura. Conclusa la fase di progettazione, si trattava quindi di trovare il marchio che avrebbe prodotto l’auto. Se la Riviera che conosciamo oggi, porta il logo Biuck, è perché le prime due divisioni a cui Mitchell si rivolse, Chevy e Cadillac, non erano interessate a produrla, avendo già la linea piena. Mitchell si rivolse allora a Pontiac e Oldsmobile, entrambe interessate, ma con l’intenzione di modificare il progetto, cosa che lui non gradiva. Fu così che Buick, in un momento di difficoltà e con la necessità di cambiare rotta velocemente, decise di produrre l’auto. Tuttavia i vertici di GM, proprio per le difficoltà momentanee del marchio, non erano favorevoli e cercarono, indicendo per due volte, un concorso tra Buick, Pontiac e Oldsmobile, di assegnarla a quest’ultime, che tuttavia persero in entrambi i casi.
La prima generazione – Prodotta dal 1963 al 1965, non condivideva il pianale con nessun altro modello GM, cosa assai rara. Era lunga 5,30 metri, larga 1,94 metri e pesava 1813kg, quindi più lunga, ma meno pesante della rivale Thunderbird. Era equipaggiata con il classico V8 Buick da 6,570 cm³, con potenza di 325 CV, associato alla trasmissione Dynaflow Twin Turbine. I freni erano a tamburo e il servo sterzo era di serie (3,5 giri da blocco a blocco). La stessa potenza, ma il minor peso rispetto ad altri modelli, la resero una delle auto dell’epoca con la miglior agilità, il miglior bilanciamento e confort, pur non perdendo quella propensione al sottosterzo, che rende questi veicoli unici. Era in grado di correre gli 0-60 mp/h (97 km/h) in 8 sec. e raggiungere velocità di punta di 201 km/h. Era il modello Buick più costo, 4,333 $, 112$ dollari in meno della rivale, ma con gli optionals, tra cui volante regolabile, cruise control, sedili riscaldabili, radio, aria condizionata e cerchi a raggi, si arrivava a 5000 $. Inizialmente la produzione fu volutamente limitata a 40,000 esemplari, per aumentare la domanda.
Buick Rviera 1963
Lievi cambiamenti vennero effettuati negli anni 1964 – 65, in un primo momento si abbondonò il V8 6,6, in favore del V8 6,950 cm³ con potenza di 360 CV, ma successivamente vennero riproposte entrambe le motorizzazioni. Si sostituì la trasmissione Twin Turbine a due rapporti, con una Super Turbine 400 a tre rapporti, equipaggiata solo in seguito con convertitore di coppia a passo variabile, presente sulla Twin. Venne prodotta, in oltre, la versione “Grand Sport”, con rapporto finale del cambio più alto, scarichi doppi e con sospensioni più rigide. La sfida con la Thunderbird – Sebbene la Riviera avesse una linea più esclusiva, fosse più veloce, più confortevole, più accessoriata e più prestigiosa di una Ford, pur costando meno di una Ford, perse la sfida. La causa di questa sconfitta, probabilmente, fu la scelta del nome. Se da una parte, Thunderbird era un marchio forte, che anche agli americani meno informati suggeriva qualcosa di speciale e di sportivo, dall’altra il marchio Riviera era inflazionato, era stato usato troppe volte, su troppi veicoli differenti e non rappresentava nulla di particolare nella mente degli americani.
Buick Riviera 1965
La seconda generazione - Prodotta dal 1966 al 1970, venne totalmente riprogettata dall'ingegnere Dave Holls per garantire una migliore guidabilità e maneggevolezza. Anche il design è stato totalmente rivisto, in modo tale da rendere la vettura più aerodinamica e migliorare l'immissione dell'aria all'interno dell'apparato di raffreddamento. L'impianto di illuminazione è stato mantenuto a scomparsa, con i proiettori posizionati al di sopra della griglia del radiatore. Le luci di posizione sono state invece integrate all'interno del paraurti. Come la generazione precedente, la trazione è rimasta posteriore, ma le sospensioni anteriori hanno subito delle modifiche per poter migliorare la maneggevolezza complessiva dell'auto. Venne equipaggiata con il solo propulsore 425ci da 340 cv con il filtro dell'aria cromato. Nel 1967 la gamma dei motori venne estesa con l'introduzione del propulsore 430 ci V-8 da 360 cv. Con l'opzione GS era possibile installare su di esso un filtro dell'aria in fibra di vetro rossa denominato Star Wars. Per la prima volta l'impianto frenante veniva gestito da freni a disco nella zona anteriore della vettura. Esteticamente, non vi furono molti cambiamenti, se non l'introduzione di una nuova griglia anteriore cromata e di nuovi loghi stilizzati. Invariati erano anche gli interni, eccezion fatta per i sedili e i pannelli delle portiere.
Buick Riviera 1966
Nel 1968 la vettura subi un restyling. I fari tornarono ad essere a scomparsa e le luci di posizione vennero integrate nel paraurti. Ai lati della vettura, per conformarsi ai nuovi regolamenti federali, vennero apposti dei segnalatori di cambio di direzione sia nella parte anteriore che posteriore. In quest'ultima i fari sono stati inglobati nel paraurti, e la stessa cosa è toccata al bocchettone del carburante, posizionato accanto alla targa. Sempre per conformarsi ai nuovi regolamenti, il cruscotto interno è stato imbottito per renderlo più morbido in caso di impatto. Non vi sono state modifiche nella motorizzazione.
Buick Riviera 1969
Terza generazione - Prodotta dal 1971 al 1973, Quando venne decisa la produzione della terza serie della Riviera, i progettisti della Buick realizzarono un design totalmente differente da quello delle versioni precedenti. Esso venne disegnato da Jerry Hirshberg, il quale, ispirandosi ad un modello in scala precedentemente realizzato da un altro designer, donò alla vettura una linea molto più filante e sportiva. Il propulsore rimase invariato rispetto a quello della generazione precedente, in quanto venne mantenuto il modello 455 cu da 265 cv di potenza. La Model Year 1972 presentava pochissime modifiche estetiche rispetto all'anno precedente, sia per quanto riguarda gli interni che gli esterni. Una lieve modifica venne invece apportata al propulsore 455 cu, il quale, per sopperire alle nuove leggi per il controllo delle emissioni, dovette essere depotenziato a 250 cv. Esso veniva gestito ora da un nuovo cambio a tre marce con trasmissione Hydra-matic 400. In aggiunta al precedente propulsore venne però inserito anche il GS 455, il quale aveva una potenza supplementare di 10 cv.
Buick Riviera 1971
Il Model Year 1973 è stata l'ultima versione prodotta della terza serie della Riviera. Il Design ha subito un restyling volto a rendere la vettura più lussuosa. I motori e la trasmissione non hanno subito variazioni, ma sono stati modificati gli ammortizzatori e le molle per migliorare la stabilità della vettura.
Buick Riviera 1973
Quarta generazione – Prodotta dal 1974 al 1976, La vettura venne trasformata in una berlina di lusso, e ciò coincise con un calo delle vendite dovuto a questa nuova progettazione non gradita dal pubblico.Il telaio deriva dal Model Year 1973 e si distingueva per il porta bagagli posteriore ingrandito. La Riviera acquisì molto peso grazie all'introduzione di nuovi accessori. Gli interni furono impreziositi con l'aggiunta di sedili avvolgenti, orologio digitale e luci interne che comprendevano due posacenere illuminati. Il terminale di scarico implementava ora due tubi di scappamento e furono aggiunti pneumatici modello H78-15.
Buick Riviera 1974
Nel Model Year 1975 furono pochi i cambiamenti introdotti, tra cui un nuovo disegno dei fari anteriori e una lunghezza ed un peso diminuiti nel complessivo. Ancor meno furono i dettagli modificati sulla Model Year 1976, fatta eccezione per i tentativi di contenere i consumi a causa della dilagante crisi energetica.
Buick Riviera 1975
Quinta generazione - Prodotta dal 1977 al 1978. Data la dilagante crisi energetica, i tecnici della Buick, nell'introdurre la 5ª serie della Riviera sul mercato, optarono per realizzarla di dimensioni contenute onde risparmiare peso e quindi carburante per muovere la stessa. L'auto venne realizzata usufruendo della piattaforma B condivisa con la Buick LeSabre. I propulsori erano di tre tipi, uno prodotto dalla casa madre (modello 350 da 155 cv) e due derivati dalla Oldsmobile (modelli 350 4 403 da 170 e 185 cv rispettivamente). Nonostante la riduzione di potenza, la vettura aveva, per la sua categoria, una buona accelerazione, che si assestava sui 9,4 secondi per accelerare da 0 a 100 Km/h.L'impianto frenante era costituito da 4 freni a disco. Il design venne curato ispirandosi alla prima serie del 1966 rielaborandolo per i canoni dell'epoca.
Buick Riviera 1977
|
|