I ruggenti anni 70/80

Posts written by xericos

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    La piccola Opel Corsa, fu presentata al Salone di Parigi del 1982, lunga 3.62 metri e con un peso che partiva da 745 kg.
    Si racconta che la GM, non avendo esperienza nella trazione anteriore, abbia preso in uno sfascio intorno Ruesselsheim tutto l’avantreno di una mini, per poterlo studiare ed adattare a quello che sarà la futura Corsa.
    Gli studi per una vettura a trazione anteriore iniziarono nel 1969.
    In questo momento la carrozzeria riveste un aspetto secondario, tanto da non essere definita, anche se nella linea potremmo vederci già un anticipo di una piccola vettura.

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    I primi prototipi dell’Opel Corsa, furono mimetizzati all’interno di una scocca di origine Opel Kadett A. Alcuni avevano la trazione anteriore, mentre altri presentavano ancora quella posteriore. Tutte queste vetture avevano comunque una caratteristica in comune: l’evidente allargamento dei passaruota. Ciò era in relazione anche alla carreggiata più ampia.

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    I prototipi del 1969, però, non somigliavano granché alla futura utilitaria che avrebbe visto la luce solo tredici anni dopo, bensì ad un altro futuro modello della Casa tedesca, ossia la Kadett City. Il progetto fu portato avanti in misura notevole, tanto che fu realizzato anche un prototipo di nuovo motore tricilindrico da un litro da destinare al nuovo modello. Ma le difficoltà incontrate in fase di sviluppo del motore stesso fecero desistere i progettisti dall'effettuare ulteriori passi in avanti in tal senso.
    Il progetto venne comunque momentaneamente accantonato, mentre nel 1978 fu presentata l’Opel Kadett D, la prima vettura della casa a trazione anteriore, che riprendeva gli studi effettuati su i progetti degli anni precedenti.
    Nel 1977 ripresero gli studi per una piccola vettura, nome del progetto S-Car, l’Opel Corsa non ha ancora un nome definitivo, anche se iniziarono a girare voci che il nuovo modello si sarebbe chiamato Junior.
    Il Budget stanziato per la nuova vettura, che sarebbe stata costruita nel nuovo stabilimento di Saragozza in Spagna, fu stabilito intorno 1,5 miliardi di euro attuali.

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    La linea era molto filante e anche a aggressiva, grazie ai passaruota allargati posteriormente, che ne aumentavano il look cattivo. Il coefficiente aerodinamico era pari a 0.39 per la versione due volume e 0,38 per la versione a 3 volumi, un coefficiente aerodinamico che era stato studiato da prima nella galleria del vento dell’Università di Stoccarda, utilizzando un prototipo in scala 1:15 e successivamente con un modello in scala 1:1, presso la galleria del vento di Pininfarina a Torino.
    Grandi studi furono posti per la sicurezza passiva della vettura, che doveva essere in grado di proteggere gli occupanti con gli stessi standard di sicurezza delle vetture più grandi. Molte Opel Corsa furono quindi sacrificate nei vari crash test.

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    Trattandosi di una vettura a trazione anteriore, di piccole dimensioni, anche la tenuta di strada richiese dei test approfonditi, che vennero tenuti presso il circuito Nürburgring, sul circuito di Hockenheim e in Italia, sarà proprio in Italia, in onore delle vettura da corsa Italiane, che la piccola utilitaria della casa Tedesca adotterà il nome di Corsa.

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    L’Opel Corsa, che rientrava nel segmento B, è stata venduta anche con altri marchi facenti parte del gruppo GM (Vauxal in Inghilterra, Chevrolet in Mexico, Holden in Australia), in questi mercati, soprattutto in Mexico sono poi state generate delle varianti non previste in origine. Tuttavia, nonostante la sua presenza globale, l’Opel Corsa non è stata mai venduta in America e Canada.
    Costruita nello stabilimento Spagnolo di Saragozza, la prima serie dell’Opel, fu presentata con carrozzeria a 3 porte Hatch back e nella versione berlina a due porte, le due versioni si differenziavano per alcuni particolari: la due volumi a tre porte aveva i passaruota allargati dal carattere sportivo e la calandra a grossi listelli orizzontali integrata con il paraurti, mentre la TR mostrava passaruota con bordatura classica e una calandra a piccoli riquadri, separata dal paraurti.
    Le versioni a 5 porte Hatch back e 4 porte berlina saranno presentate solamente nel 1985.
    Nel continente Europeo, le berline erano conosciute come Opel Corsa TR fino a maggio del 1985.
    L’Opel Corsa era venduta negli allestimenti: Base, Lusso e la sportiva SR, quest’ultima presentata nel 1983, le cilindrate erano di 1000 cc da 33 kw (45 cv) della famiglia OHV Four ad aste e bilancieri, il motore 1200ST da 40 kW (55 cv) con distribuzione ad albero a camme in testa della famiglia OHC Four e, della stessa famiglia, il motore 1300SB da 51 kW (70 cv), tutti a benzina e dotati di carburatori.
    I motori da 1000 cc e 1200 cc erano equipaggiati di serie di un cambio manuale a quattro marce, mentre a pagamento era disponibile la trasmissione a cinque rapporti, fornita invece di serie con il motore da 1,3 litri.

    Opel Corsa
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    Opel Corsa TR
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    Opel Corsa Lusso
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    Opel Corsa SR
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    Nel 1984, è presentata la prima serie speciale, la Swing, basata sulla versione base, che a tutti gli effetti diventerà comunque un allestimento dell’Opel Corsa e sarà presentata anche con le altre serie.

    Opel Corsa Swing
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    Le differenze tra l’Opel Corsa e la Vauxal Nova erano minime e concentrate soprattutto nella mascherina anteriore.

    Vauxal Nova
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    Nel 1985 per permettere di omologare l’Opel Corsa nel gruppo A britannico, fu presentata la versione Vauxall Nova Sport, dotata di motore 1300 cc da 93 cavalli abbinato ad un carburatore da 40 DCOE, e scarico dedicato, la vettura poteva così raggiungere il 180 km/h, mentre per fare lo 0 100 impiegava 8,9 secondi.

    Vauxall Nova Sport
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    Sempre nel 1985 sono introdotte le varianti con carrozzeria dotata di portiere posteriori, tre volumi a quattro porte e due volumi a cinque porte. Quest'ultima adotta la stessa calandra della versione a tre porte, ma a differenza di questa adotta i passaruota delle versioni tre volumi. Gli allestimenti cambiano denominazione adottando le sigle LS, GL, GLS, nonché GT per il modello sportivo.

    Opel Corsa LS
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    Opel Corsa GL
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    Opel Corsa GLS
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    A settembre del 1985, il motore 1300 cc viene dotato di marmitta catalitica e iniezione elettronica Multec single point, con potenza massima di 44 kW.
    Nel febbraio del 1986 viene introdotto un nuovo motore 1300 a carburatori e non catalitico, a basse emissioni, con valori e potenza simili a quelli del 1300 precedente.
    Ad aprile del 1986, per l'occasione del Campionato mondiale di calcio 1986 viene realizzata la serie speciale "Cup" (disponibile anche per la Kadett), caratterizzata dalla livrea bianca anche per i particolari in plastica come paraurti, mascherina, specchi retrovisori e coppe ruota. Specifiche di questa versione sono le decalcomanie esterne e i rivestimenti interni con i colori del reparto sportivo di Opel (giallo e grigio in due tonalità).

    Opel Corsa Cup
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    A novembre del 1986, la versione GT è disponibile anche con il motore meno potente 1300.

    Opel Corsa GT 1300
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    Nel 1987 viene riproposta, per il solo mercato Tedesco, la Versione Cup, tavolta a indicare un allestimento economico, disponibile con carrozzeria tre porte e motore da 1 o 1,2 litri.
    A ottobre del 1987, viene effettuato un piccolo restyling, Su tutta la gamma viene adottata una nuova calandra, separata dal paraurti, con bordo spesso e sottili listelli orizzontali. Le versioni a due volumi adottano, sopra il vano portatarga, un nuovo maniglione in plastica che ingloba la serratura con pulsante per l'apertura del portellone. Sulle versioni a tre volumi, che perdono ovunque la denominazione TR e non vengono più vendute nel mercato tedesco, la fascia scura che unisce i proiettori posteriori viene spostata in basso e ingrandita. La nuova gamma è composta da tre soli allestimenti: Swing, GL e GT, con dotazioni modificate.

    Opel Swing
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    Opel GL
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    Opel GT
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    Contemporaneamente viene lanciata la prima motorizzazione Diesel la Corsa 1.5 D è dotata di un propulsore a gasolio da 1,5 litri e 37 kW di potenza massima, con alimentazione atmosferica, capostipite della serie 4EC, una piccola famiglia di motori realizzati per Opel dalla giapponese Isuzu (in quegli anni nell'orbita del gruppo GM), montato anche sulla l’Isuzo Gemini. Questo motore è accoppiato di serie a un cambio manuale a cinque marce.

    Opel Corsa D
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    Nel 1988 la Opel Corsa Diesel viene sovralimentata, raggiunge la potenza massima di 49 kW. A differenza della variante aspirata, questo propulsore è disponibile anche in allestimento GT.

    Opel Corsa TD
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    Nel giugno del 1988, per alcuni mercati europei viene presentata la versione Steffi, dedicata ai successi della tennista Steffi Graf.

    Opel Corsa Steffi
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    Nel settembre del 1988 viene presentata la versione più interessante la GSI, che venne presentata al Salone di Francoforte del 1987, dotata di motore da 1600 cc a 16 v e iniezione elettronica Bosch LE Jetronic a controllo elettronico, la Opel per la preparazione della versione GSI chiese aiuto al preparatore Irmscher. Posta al vertice della gamma, questa versione sportiva è disponibile solo con carrozzeria a tre porte e presenta una telaistica adeguata alle caratteristiche prestazionali del motore, nonché un allestimento esclusivo. All'esterno i paraurti e gli specchi retrovisori sono in tinta con la carrozzeria, così come lo spoiler anteriore, che riprende quello integrato con il paraurti della GT. Rispetto a questa, le modanature di protezione laterali sono eliminate, mentre sono applicati dei profili sottoporta aerodinamici in plastica grigia, che riprendono quelli aggiunti sul bordo inferiore degli spoiler anteriore e posteriore; la calandra, anch'essa ripresa dalla versione GT, ha però il bordo in tinta con la carrozzeria e al centro riporta la scritta "GSi". Dietro, un ulteriore spoiler sempre in tinta con la carrozzeria, è posto sul portellone a cornice del lunotto, mentre sul portellone una fascia nera unisce i proiettori incorniciando la targa. Nell'abitacolo l'equipaggiamento prevede sedili avvolgenti in tessuto specifico, volante a tre razze e strumentazione con contagiri, manometro dell'olio e voltmetro.

    Opel Corsa GSI
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    A ottobre del 1989 motori da 1,3 litri sono sostituiti dalle nuove unità da 1,4 litri. Le versioni 1.4 S sono equipaggiate del motore 14NV a carburatore da 53 kW, mentre le 1.4 i sono dotate dell'unità C14NZ da 44 kW, con iniezione single point "Multec" e catalizzatore. Inoltre viene introdotta la versione con marmitta catalitica del modello GSi: è mossa dal nuovo motore C16SEi da 72 kW dotato di un sistema di controllo elettronico Bosch Motronic con funzione di auto-diagnosi.

    A febbraio del 1990 il motore 12ST è sostituito dall'unità 12NV. Il nuovo motore, sempre a carburatore, ha una potenza massima leggermente inferiore (da 40 a 38 kW) e, pur appartenendo alla medesima famiglia e dichiarando la stessa cilindrata del precedente, in realtà è molto diverso. Deriva infatti, per semplice riduzione dell'alesaggio, dal motore 14NV presentato l'anno precedente, rispetto al quale monta però un carburatore mono-corpo anziché doppio corpo.
    A luglio l’Opel Corsa è la prima vettura a essere venduta nella Repubblica Democratica Tedesca (la Germania Est).
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    Nel 2010 la piccola M3, compì 25 anni, un record per una vettura, che si è conquistata un posto speciale nel cuore degli appassionati, sia per i successi nelle competizioni, sia per un comportamento stradale appagante.

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    Con l’uscita della supercar M1 nel 1981, la casa di Monaco, decise di dare il via a delle versioni dalle caratteristiche spiccatamente sportive derivate da modelli di serie. La "leggenda" vuole che Eberhard Von Kuenheim, l'allora amministratore delegato della BMW, chiese a Paul Rosche, responsabile della divisione sportiva Motor Sport, di realizzare un motore sportivo per la serie 3. Rosche e il suo team, in sole due settimane di lavoro crearono un quattro cilindri partendo dal sei della M1.

    Eberhard Von Kuenheim
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    Con il suo responsabile dello sviluppo tecnico Paul Rosche, la Motorsport GmbH aveva dimostrato le sue competenze con le leggendarie Serie 5 berline spinte da propulsori M, nonché con il motore turbocompresso per la Formula Uno che portò il pilota brasiliano Nelson Piquet al titolo mondiale del 1983 al volante di una Brabham BMW.

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    Il nuovo motore della Serie 3 aveva qualcosa in comune con quello: il basamento. Nasceva dalla produzione in serie ed effettivamente costituiva la base per il motore due litri quattro cilindri. Quattro cilindri significavano meno peso e maggiore coppia, una piattaforma ideale per un motore sportivo nella classe di cilindrata desiderata. Naturalmente, il quattro cilindri di serie era troppo docile per diventare un motore sportivo. Ci voleva un’iniezione di potenza per trasformare il coraggioso cavallo da lavoro in un puledro atletico e sportivo. Gli ingegneri progettisti di BMW aumentarono la cilindrata a 2,3 litri e applicarono una formula che aveva già avuto successo: quattro valvole per cilindro. C’era anche un’altra ragione per la decisione di adottare un quattro cilindri e non il sei cilindri introdotto sulla BMW Serie 3. L’albero più lungo del motore sei cilindri iniziava a vibrare molto prima di quello più corto del quattro cilindri. Gli ingegneri quindi progettarono l’albero motore della BMW M3 con una stabilità torsionale sufficiente per arrivare a 10.000 giri al minuto ed oltre. Rispetto al motore quattro cilindri montato sui veicoli di serie, ciò rappresentava un aumento di oltre il 60 percento. La velocità per la versione stradale della BMW M3 era ancora significativamente al di sotto dell’intervallo critico a 6.750 giri/min e quindi offriva ampio spazio per ulteriori sviluppi.

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    A differenza dell’auto sportiva con motore centrale, la nuova BMW M3 non sarebbe stata costruita a mano in pochi esemplari. Questa vettura sarebbe stata prodotta come automobile di grande serie su una catena di assemblaggio. Era destinata a competere in gare automobilistiche turismo derivate dalla produzione, o più precisamente come auto da corsa Gruppo A, definita come “produzione”, di cui devono essere costruiti almeno 5.000 esemplari nello spazio di dodici mesi consecutivi, secondo l’allegato ‘J’ dei regolamenti automobilistici sportivi internazionali. Naturalmente, ciò significava che l’M3 doveva essere in grado di essere utilizzata per l'uso stradale quotidiano.
    La prima BMW M3 venne presentata al salone di Francoforte nel 1985, rispetto alla berlina, da cui deriva, la nuova coupè, presentava un aspetto decisamente vistoso, un grande spoiler posteriore, parafanghi allargati, bandelle sottoporta e il montante posteriore più inclinato. La vettura inoltre beneficiava del motore 2.3 aspirato a quattro cilindri da 200 CV (195 con il catalizzatore). Grazie al peso di soli 1.200 kg, la M3 “corre” fino a 230 km/h.
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    La stampa specializzata poté provare la vettura, nello stesso anno in Italia, nel circuito del Mugello, e se anche le vetture erano delle pre serie i giornalisti rimasero entusiasti, scoprendo che i dati tecnici comunicati erano stati arrotondati per difetto e non erano assolutamente esagerati. Era vero, la BMW M3 di serie raggiungeva una velocità di punta di 230 km/h con il motore con catalizzatore e di 235 km/h con propulsore senza catalizzatore (due valori riservati prima del suo lancio alle automobili sportive purosangue).
    Soltanto l'anno dopo veniva organizzato il primo Campionato mondiale di turismo e la BMW M3 non poteva di certo mancare, era stata costruita proprio per questo tipo di gare automobilistiche. Ma la prima gara nella giovane serie di competizioni, che si tenne il 22 marzo 1987 a Monza, non si trovava sotto una buona stella e terminò con uno scandalo. Tutte le BMW M3 furono escluse dalla qualifica perché gli spessori delle lamiere sarebbero risultati non conformi alle regole. Il ricorso BMW fu rigettato dal tribunale sportivo perché consegnato troppo tardi, ma questo "incidente di percorso" durante la prima gara non ebbe nessun impatto sul risultato finale del campionato, tanto che alla fine della stagione Roberto Ravaglia divenne il primo campione mondiale di turismo. E non era tutto: ai primi posti si ritrovarono anche altri piloti della BMW M3, come Winfried Vogt (campione europeo) e Altfrid Heger (al secondo posto).

    Roberto Ravaglia
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    Winfried Vogt
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    Altfrid Heger
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    La vittoria nel rally della Corsica (la prima per BMW in una gara di rally dopo 14 anni) confermò lo spirito agonistico della creatura BMW che i lettori di "Sport Auto" nominarono la "berlina più sportiva dell'anno".

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    1988 ai clienti privati la Casa Bavarese propose due versioni esclusive, ovvero la Evo (Evolution) ed una BMW M3 "aperta" (sviluppata sulla base della Serie 3 Cabrio).

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    Tanti i titoli internazionali che l'auto continuò a collezionare, dal DTM alla 24 Ore del Nurburgring. La BMW M3 dominò per cinque anni nel Campionato internazionale di turismo, e venne celebrata con altre due versioni speciali: la Evo 2 con la testa verniciata e 320is .

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    Fino alla fine del 1991 furono prodotte 17.970 M3 della prima generazione, di cui 786 Cabrio.

    Edited by xericos - 7/12/2015, 15:09
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    Ciao Fabius, sono andato a spulciare un po' il forum, un tuo intervento sulla Fiat 126 è presente qui https://iruggentianni7080.forumfree.it/?t=62942407&st=15 , è di questo che parli
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    Non saprei, io non cancello mai niente, a volte il sito non fa vedere le immagini, sto verificandone il motivo, ma a parte questo direi che è tutto come lo avete lasciato. Grazie delle correzioni.
    Ciao
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    Ho reinserito le foto, ma non posso andare avanti a rimetterle continuamente, non capisco
    Ciao
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    Che palle, ora do un'occhiata e vedo di capire che succede.
    Ciao
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    Ora che il restauro è terminato possiamo tirare fuori le nostre impressioni, i video sono simpatici, ma molto semplicistici, non parlano quasi per nulla del mezzo, dei lavori fatti, ma la cosa più grave è che non ci parlano del mezzo, come lo hanno ritrovato, in che stato era, sappiamo solo che era stato sabbiato. Inoltre non sappiamo il costo finale, se non per alcuni particolari.
    La simpatia di Brignano non si batte, ma di certo il risultato finale è per molti versi scadenti, potevano fare più puntate o dare più spazio al mezzo, non dico sulla falsa riga di Affari a quattro ruote, ma di certo potevano sfruttare meglio l'occasione. Alla fine è pieno di pubblicità, occulta come quella della Q8, oppure della Volkswagen che è presente in maniera massiccia con il suo T6, senza dimenticare lo sponsor ufficiale la Lavazza
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    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    La Barreiros è stata una Casa spagnola attiva dal 1954 al 1978 e dedita sia alla produzione di autocarri, sia a quella di autovetture.

    Fondata nel 1954 da Eduardo Barreiros con il nome di Barreiros Diesel S.A. e con sede a Madrid, la Barreiros iniziò la sua attività costruendo motori Diesel. Successivamente l'attività si espanse nel campo dei veicoli commerciali e industriali, grazie agli accordi con la francese Berliet (camion), l'inglese Associated Equipment Company (autobus) e la tedesca Hanomag (trattori), tutti costruiti su licenza, ma mossi da motori di costruzione propria.


    La "Dodge 3700" costruita dalla Barreiros
    Successivamente la Barreiros decise di espandersi nel settore delle automobili. Fu così che nel 1963 venne raggiunto un accordo con l'americana Chrysler, per la produzione della Dodge Dart. Venduta come "Barreiros Dart" (dal 1970 come "Dodge 3700", nelle versioni berlina e station wagon, anche con motore a gasolio), rispetto all'originale aveva un frontale rivisto, cambio a quattro marce e freni a disco. All'epoca il mercato automobilistico spagnolo era fortemente protetto: per entrarvi era praticamente obbligatorio costruire le vetture in loco (è il caso della Fiat, da cui ebbe origine la SEAT). La gamma successivamente si allargò verso il basso con modelli di origine Simca (marchio di cui la Chrysler era proprietaria): del 1966 è il lancio della Simca 1000, e di poco successiva è la presentazione della "Simca 1200" (che altro non era se non la Simca 1100 con un motore maggiorato).

    Nel 1969 la Chrysler prese il completo controllo della Barreiros. A partire dal 1975 negli stabilimenti Barreiros fu assemblata la Chrysler 160/180/2 litri, in precedenza costruita negli stabilimenti ex Simca di Poissy. Lo spostamento delle linee della "160/180/2 litri" fu dovuto allo scarso successo della vettura; in Spagna, invece, la vettura riscosse un buon successo (soprattutto come taxi), e fu costruita anche con un motore a gasolio di 2 litri di cilindrata (non disponibile nel resto d'Europa, mentre in Spagna non era disponibile la "160"). La Barreiros costruì anche altri modelli per il mercato domestico, come la Simca 1307 (ribattezzata "Chrysler 150") e la Chrysler Horizon.

    La "Dodge 3700" costruita dalla Barreiros
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    Oltre alla produzione automobilistica, continuava anche quella di camion e autobus, venduti in Spagna con il marchio Barreiros e all'estero con il marchio Dodge.

    Barreiros Azor

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    Nel 1978 le attività europee della Chrysler furono cedute alla PSA, che rimarchiò tutti i modelli già in produzione come Talbot (per esempio, la Chrysler 150 divenne Talbot 150). Gli stabilimenti Barreiros continuarono a costruire i modelli Talbot lanciati sotto la gestione PSA, come la Talbot Solara e la Talbot Samba. La divisione veicoli industriali fu invece scorporata e ceduta alla Renault, che proseguì brevemente la costruzione dei vecchi modelli Barreiros con il proprio marchio.

    Chrysler 180 Barreiros
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    La Opel Manta fu un vero piccolo capolavore, come anche la piccola Opel Gt, clone della Corvette. Il problema purtroppo molto dipese anche al passaggio alla trazione anteriore, che vide un miglioramento di guida, ma la perdita del divertimento che solo una trazione posteriore può dare. Si è vero più difficile per il neofita. Non a caso finalmente l'Alfa è tornata a produrre una vettura a trazione posteriore, che con tutti i dovuti controlli non è più poi così complessa.
  12. .
    Le Toyota, come in generale le auto giapponesi, hanno sempre avuto una nomea poco piacevole, ma nel tempo hanno tirato fuori vetture pregevoli.
  13. .
    Se si accende la spia rossa, non circola l'acqua, fai fare un controllo dei tubi, magari ce ne sta uno ostruito, oppure un falso contatto.
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    Be la vettura ha introdotto tante di quelle innovazioni, il cambio semi automatico, le sospensioni idropenumatiche, fiore all'occhiello ancora oggi della Citroen, il servo sterzo, i fari che seguono la curva, oggi ormai usate da tante auto tramite i fendinebbia, ma all'epoca erano sicuramente avanti di tanti anni, l'aria condizionata, per carità era anche una vettura destinata ad un pubblico non certo operaio.
    Comunque possiamo dire che è la prima auto della nuova era moderna, dopo di lei il futuro.
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    Interessante, bell'auto anche come estetica.
    Ciao
1684 replies since 31/7/2012
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