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La Maserati Ghibli era una coupé straordinariamente performante con motore in posizione anteriore che Maserati produsse tra il 1967 e il 1973.
Questa autentica GT purosangue montava un propulsore da 4,7 litri in grado di sviluppare una potenza di 315 CV. Il motore V8 con doppio albero a camme in testa e carter secco alimentato da quattro carburatori a doppio corpo si differenziava da quello usato nello stesso periodo sulla Mexico e sulla Quattroporte, che era del tipo a carter umido. Concepita originariamente come una due posti pura – malgrado una lunghezza di 4,69 metri e un passo di 2,55 metri – fu poi messa in produzione come una 2+2.
Il telaio era caratterizzato da sospensioni posteriori a balestra semplici ma efficaci, come quelle utilizzate sulla seconda serie della Quattroporte lanciata negli stessi anni. Il progetto, affidato principalmente alla supervisione dell'Ing. Alfieri, fu presentato al Salone dell’Automobile di Torino verso la fine del 1966 sullo stand Ghia e i primi esemplari lasciarono gli stabilimenti nel marzo dell’anno successivo. Le scocche in acciaio (con cofano in lega) erano fabbricate da Vignale.
Battezzata con il nome di un vento che sferza impetuosamente il deserto egiziano, la Ghibli colpiva anche e soprattutto per il suo straordinario impatto visivo, che sarebbe bastato già da solo a conquistare gli acquirenti. Il suo stile straordinario era frutto del talento di un giovane Giorgetto Giugiaro, che all’epoca lavorava ancora con lo studio Ghia di Torino. Giugiaro stesso la descrive in questo modo: “Uno straordinario cofano particolarmente lungo e piatto, una calandra a tutta larghezza, fari a scomparsa, un parabrezza fortemente angolato, ampie luci di posizione che terminavano in un segmento verticale e fiancate estremamente pulite nonostante la linea della vettura risultasse molto mossa. Il posteriore era piuttosto alto, per motivi sia aerodinamici che funzionali (i due serbatoi si trovavano dietro l’asse posteriore e avevano un collo molto allungato).”
Henry Ford II rimase così colpito dalla Ghibli che, a quanto si dice, contattò la famiglia Orsi cercando di acquistare la società. Altri proprietari illustri della Ghibli furono Sammy Davis Jr, Peter Sellers e Jean-Paul Belmondo.
Tra il 1969 e il 1972 la Maserati Ghibli fu disponibile anche in versione convertibile, con lo stesso V8 da 4,7 litri a carter secco della coupé.
Le linee pulite che caratterizzavano il design di Giugiaro, tutte giocate sulle proporzioni classiche della configurazione con motore anteriore, sul cofano allungato e sul parabrezza fortemente inclinato, erano una vera gioia per gli occhi. La Ghibli Spyder era una due posti pura. Il tettuccio in tessuto si ripiegava accuratamente scomparendo sotto un pannello posteriore posizionato dietro ai sedili e poteva essere sollevato o abbassato in pochi minuti. Un elegante tettuccio rigido di fabbrica con ampi finestrini faceva della vettura una compagna ideale per ogni stagione.
Le Ghibli Spyder vendute con questo particolare allestimento non furono tuttavia più di 20–25, tanto che questo tipo di tettuccio si è trasformato in un pezzo molto raro e ricercato tra i collezionisti di oggi.
Insieme al prototipo della Simùn, la Ghibli Spyder fu uno degli ultimi progetti che Giugiaro firmò con Ghia nel 1967 prima di creare il proprio studio. Nella versione con motore da 4,7 litri la Ghibli Spyder era in grado di raggiungere una velocità massima di 250 km/h.
Lanciata nel 1969, la Ghibli SS era una versione più sportiva della coupé ammiraglia di casa Maserati e montava un motore otto cilindri a V di 90° a carter secco ora ampliato a 4,9 litri.
La soluzione a carter secco era stata elaborata per adattarsi al meglio al cofano dello splendido coupé di Giugiaro, con la sua linea ribassata, e successivamente fu ripresa per lo stesso motivo nella Khamsin. Con una potenza di 335 CV la Ghibli SS poteva raggiungere una velocità di punta di 280 km/h, affermandosi così come la più veloce vettura da strada Maserati in produzione. La frenata era agevolata dai dischi autoventilanti con doppio servofreno e tre pistoncini per pinza.
Il livello di equipaggiamento era degno di una vera e propria GT, con piantone dello sterzo regolabile, bloccasterzo, selleria in pelle, finestrini oscurati con alzacristalli elettrici, sedili reclinabili con poggiatesta, lunotto posteriore con sbrinatore, orologio sulla plancia e persino aria condizionata compresi nella dotazione standard.
La Ghibli Spyder fu lanciata da Maserati nel 1969, lo stesso anno in cui il motore da 4,9 litri fu introdotto sulla coupé.
Il nuovo propulsore fu immediatamente proposto anche sulla Spyder e le vetture che lo montavano furono identificate come Ghibli Spyder SS. Il suo look straordinario si sposava con una potenza di 335 CV e una velocità massima di 270 km/h, facendone una delle vetture più desiderabili dell’intera produzione mondiale, oltre che una delle più costose. Degli appena 125 esemplari di Ghibli Spyder venduti nei cinque anni in cui questo modello rimase in produzione solo un quinto era una SS. Divenuta proprio per questo una vera e propria icona, questa vettura è oggi un classico universalmente riconosciuto e straordinariamente ambito, al punto che negli anni svariate coupé sono state trasformate in Spyder.
Proprio come sulla coupé, anche su questo modello era disponibile su richiesta il cambio automatico – e poiché gli Stati Uniti sono sempre stati il mercato principale di questa vettura furono diverse le Ghibli vendute con questo allestimento. In occasione del Salone dell’Automobile di Torino alla fine del 1970 la serie Ghibli fu leggermente rivisitata con piccole modifiche relative ai fari anteriori, alla plancia e ai poggiatesta.
Maserati Ghibli
Maserati Ghibli Spider
Maserati Ghibli SS
Maserati Ghibli Spider SS
Edited by xericos - 3/2/2015, 09:54
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