Lada 2101_2107

la 124 modello URSS

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  1. seat1430
     
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    La 124 è stata uno dei modelli più riusciti in assoluto della Fiat. Auto dell' Anno 1967, ne sono stati costruiti in Italia circa due milioni di esemplari, in un arco di tempo che va dal Maggio 1966 al Settembre 1974.
    Stante questo successo tecnico e commerciale, è stata costruita o commercializzata praticamente in mezzo mondo; il maggiore costruttore estero su licenza fu l' allora URSS.
    Nel 1970, con uno sforzo colossale, la Fiat aveva costruito nel cuore della Russia Sovietica, un gigantesco stabilimento a 1049 Km a sud-est di Mosca, sulle rive del Volga. La "Mirafiori dell' Est", come veniva chiamata, sorse sulle rive del lago artificiale di Kuibyshev e, per accogliere le maestranze che vi lavorano tutt'oggi, fu eretta una modesta ma funzionale cittadina che i russi battezzarono "Togliatti".
    Lo stabilimento, in grado di produrre sia le auto sia tutta la componentistica, si chiamava VAZ, acronimo di Volzhskij Automobil'nyj Zavoda, e cioè "stabilimento automobilistico del Volga".

    Per tre anni vi lavorarono oltre alla Fiat, centinaia di ditte europee con un grosso giro di affari. C'era poi il compito di addestrare le maestranze ad usare macchinari ed impianti, dato che i russi erano praticamente a zero in fatto di cognizioni nel campo.
    "Quello che i russi comprano da noi sono soprattutto 70 anni di esperienza", fece saggiamente notare l' Avvocato Agnelli in una delle sue interviste.
    Il modello scelto dalle autorità russe era la nostra Fiat 124. A Torino pensarono però di rivisitare totalmente l'auto. E' vero che la nostra 124 aveva superato severissimi collaudi in condizioni estreme, dall'Artico al Sahara ma ai russi occorreva un qualcosa di più. Il risultato fu un clone praticamente uguale nell'estetica al nostro modello, ma molto modificato e migliorato, soprattutto irrobustito.

    Discorso a parte meritano le loro "Special" che erano un ibrido tra le nostre 124 e le 125.
    Grazie ai russi la 124 (Zhigulì per loro, dal nome di una catena montuosa che sorge davanti il VAZ, Lada per l'esportazione) è sopravvissuta ai nostri giorni, è entrata nel guinnes dei primati (dopo Ford T, Maggiolino e 2CV), ne è stata costruita la ragguardevole cifra di 8 milioni di esemplari.
    E' diffusa praticamente in tutto il mondo, è stata in produzione fino a due anni fa, sempre nello stesso stabilimento, ribattezzato AutoVaz e passato di mano, era solo di poco modificata mentre la "Special" era rimasta praticamente identica.

    Nel 1972 infatti, sempre su corpo vettura della 124 viene progettata e costruita la (VAZ) Lada 1500 (Zhigulì 21-03); alla carrozzeria di base del modello 1200 vengono applicati una nuova calandra a quattro fari tondi, inedita, dall'aspetto imponente, di chiara impronta Fiat e dietro, una inedita traversa con nuovi fari maggiorati e incorniciati, sull' esempio delle nostre "Special T", da un profilo cromato.
    I paraurti sono quelli delle nostre "Special" 1^ serie, coi rostri, le ruote quelle della 124 normale. Cromature e profili lucidi un po' dappertutto. Inediti anche gli interni con una nuova plancia e volante inspirati alla 125 e quadro strumenti, completissimo con la strumentazione corsaiola della 124 "Sport Coupè".
    Il motore è lo stesso monoalbero a camme in testa comandato da catena (in pratica lo stesso ibrido delle prime Fiat 131) delle Zhigulì 21-01 portato a 1500 cm3 e dotato di ventilatore elettrico; le sospensioni sono quelle del modello 1200 con ammortizzatori e molloni separati della 124 Familiare.(coassiali sulle nostre berlina).

    Anche quest'auto, e sicuramente più della Seat 1430E, pur disponendo della carrozzeria e dell'80% dei componenti della 124 che conosciamo, assomiglia molto alla 125, è uno strano ibrido tanto che la stampa, specie estera, si riferirà a lei sia come "124 Special" che come "Fiat 125 di costruzione sovietica" laddove la 125 non è stata mai costruita in URSS.

    A questo punto, ad evitare confusione, va sottolineato che esistono solo altre due varianti straniere al modello Fiat 125 italiano, e non sono né spagnole né russe; esse sono:
    • la Polsky-Fiat 125P prodotta in Polonia (vai a leggere l'articolo su FSO)
    •la Fiat-Concord 125 costruita in Argentina (vai a leggere l'articolo) su http://fiat124.xoom.it/derivata.htm

    LADA 21_05, l' ultima sopravvissuta



    Al giorno d'oggi il marchio Lada ricorda senza ombra di dubbio il fuori-strada Niva (che letteralmente significa "campo arato"), conosciuto come "il fuori-strada dei poveri", per via della sua costruzione spartana, ma se qualcuno, specie non giovanissimo, osserva bene quest'auto si avvede che tanti particolari costruttivi e lo stile sono in un certo qual modo non del tutto sconosciuti.
    Lassù a Togliatti, nell' ex-Unione Sovietica, ora semplicemente Russia, dove producono il Lada Niva, una buona fetta della produzione era fino ad un paio di anni fa dedicata all' ultimo clone della 124, l'ultimo modello in senso cronologico della Zhigulì, la Lada 21-05, a tutt'oggi ribattezzata Lada Riva e in produzione presso l’ AutoVaz.
    Le origini di questa versione risalgono pressappoco al 1980. A quell'epoca il modello originale fu aggiornato secondo le tendenze e i canoni stilistici del momento, attingendo un po' qua e un po’ là. La vettura mantiene sempre la sua originaria filosofia e impostazione di base e, si dice di lei che "grazie all'Autovaz i russi possono comprare la stessa identica scoppiettante Zhigulì dei loro padri di 30 anni fa; è solo un po’ imbellettata ma sostanzialmente uguale e che serve egregiamente allo scopo".

    A ben vedere ciò è vero, come è vero che per un insieme di motivi i russi hanno bisogno di un'auto spartana e pratica come questa. Esaminiamo da vicino la vettura; a dire il vero non è un capolavoro di finezza né si nota alcun prodigio di stile particolare, anche perché sappiamo che i russi hanno altri meriti. Si nota una certa ..."131nizzazione" del modello, molto evidente nella zona di attacco dei paraurti, nella parte bassa del frontale e dei parafanghi anteriori, nei gruppi ottici anteriori e posteriori. Il frontale è la parte meglio riuscita, con grandi fanali squadrati, di moda all’epoca, che ricordano più quelli della 131 II^serie che quelli della coetanea Seat; idem dicasi per i paraurti, sempre in acciaio ma con inserti in gomma.
    La linea è rimasta comunque quella della 124 originale, inalterata, comprese le piccole griglie di sfogo alla base dei montanti del lunotto. Leggermente variate le portiere, con nuove nervature e, soprattutto, l’abolizione dei deflettori. La coda è la parte più pesante dell’auto: anche dietro, come accennato, dominano due enormi fanaloni che arrivano fino alla targa, come di moda negli anni ’80, che incorporano adesso anche le luci di retromarcia, ed essi, assieme ad alcuni ritocchi dei lamierati hanno appesantito molto la linea. Nuovi i cerchioni, sempre “131nizzanti”, non brutti ma nemmeno esaltanti, verniciati in nero opaco i montanti centrali delle porte.
    Dentro invece la plancia, in ABS stampato, riprende pari-pari il disegno delle nostre 128CL, con la disposizione degli interruttori e dei quadranti. Aggiunti di serie pochi gadget, come la regolazione luce degli strumenti, un amperometro, la regolazione dello specchio retrovisore dall’interno; completano la dotazione appoggiatesta, cinture e lunotto termico. Molto dotata, come sempre nelle Lada, la dotazione degli attrezzi.
    Riguardo la meccanica essa è rimasta invariata, sia nella disposizione sia nelle dotazioni: il motore è quel vero “mulo da soma” del 1294cc monoalbero a camme in testa comandato da cinghia dentata. Apportati piccoli miglioramenti come il ventilatore elettrico, il servofreno, il circuito frenante sdoppiato e indipendente, la disposizione razionale della scatola portafusibili. Questa, in estrema sintesi, la Lada 21-05. Vediamo quindi che essa è rimasta sostanzialmente la Lada 1300 che conosciamo, aggiornata esteticamente, onesta e funzionale berlina quattro porte per famiglia.
    Invariate rispetto alle precedenti versioni le buone prestazioni e il comportamento su strada sincero.
    Oltretutto è un auto economica da gestire e molto robusta. Accettata per quello che è e, soprattutto per quello che deve servire ad un determinato pubblico, se vogliamo trovarle un difetto esso è intrinseco, e risiede cioè nella qualità dei materiali e nell’assemblaggio.
    Purtroppo le affatto perfette tecniche di produzione di quarant’anni fa non sono state migliorate col tempo. A questo si aggiunga la scadente manodopera con conseguente scadimento dell’esecuzione dell’assemblaggio stesso e, non ultimo, la mediocre qualità dei materiali.
    E’ noto che almeno il 50% della produzione delle vetture dell’Est non supera i controlli finali di pre-consegna. Il colpo di grazia poi è la rete di assistenza, di molto migliorabile qui in Italia. Nonostante tutto questo, anche solo per motivi contingenti, la Lada 21-05 si è affermata e ne sono state vendute un gran numero in tutta Europa e anche nel mondo.
    Da questo modello, costruito anche in versione Familiare, ne è derivato un ulteriore altro, la berlina 21-07 soprannominata “muso di ferro”, per via di una infelice modifica apportata al frontale per darle un certo tono, essendo questa la versione “top” della gamma, con motore di 1500cm3 e allestimenti più dotati.

    Quando la vidi per la prima volta, nel 1982 circa, mi fece sorridere per il modo "ingenuo" come voleva essere una sorta di "Seat russa". Essa però qui in Italia, al contrario della 124 Seat della stessa epoca, è stata completamente ignorata perché credo che il pubblico non gradì i cambiamenti estetici che le avevano apportato (del pari, la 124 Seat era quasi identica al modello italiano) ma, soprattutto, perché aveva avuto un assaggio della pessima qualità dei materiali e dell’ inefficienza dell’allora rete di vendita: ricordo che proprio negli anni 1982-83, quando la posero sul mercato qui da noi, i demolitori erano costellati di Zaz e Moskvitch con non più di tre/quattro anni di vita, completamente arrugginite, afflitte da mille difetti e senza pezzi di ricambio.
    Questo della qualità e dell’assistenza credo che siano stati il motivo di quest’occasione mancata per vedere qualcuna di queste Zhigulì anche sulle nostre strade. Ed è un peccato perché il progetto era intrinsecamente valido, dopotutto era una nostra Fiat! Il suo motore era stato progettato a Torino appositamente per lei.
    In questo caso i suoi detrattori avevano purtroppo ragione.


    Lada 21- 05 – 1980
    Motore: •longitudinale, 4 cilindri in linea
    • cilindrata totale 1294 cm3
    • alesaggio mm 79
    • corsa mm 66
    • rapporto di compressione 8.5:1
    • potenza CV 65 (DIN) a 5600 giri/min.
    • monoalbero a camme in testa, cinghia dentata
    • lubrificazione forzata
    • un carburatore invertito a doppio corpo
    • candeleA 75 GC o FM14-225/2
    • impianto elettrico 12V, alternatore da 500W, batteria 50 Ah
    • raffreddamento ad acqua ventilatore elettrico a comando termostatico

    Trasmissione: •Motore anteriore, trazione posteriore
    •Frizione monodisco a secco a comando idraulico
    •Cambio a 4 marce
    •Pneumatici 155SR13



    Corpo vettura:
    •Berlina 5 posti 4 porte
    •carrozzeria portante
    •sospensione anteriore a ruote indipendenti e posteriore a ponte rigido e barra Panhard
    •molle elicoidali ammortizzatori idraulici telescopici
    •barre stabilizzatrici
    • freni a disco anteriori, posteriori a tamburo a comando idraulico
    • sterzo a vite & rullo
    • serbatoio carburante capacità 39 litri
    • peso a vuoto in ordine di marcia 970 Kg.

    Prestazioni: •velocità massima: 141,506 Km/h
    • prova in salita (3,2 Km): ------- Km/h
    • 1 km da fermo: 37,3 sec.
    • ripresa da 30 Km/h (4° marcia): 43,6 sec.
    • Consumo a 2/3 della velocità max.: 8,1 litri x 100Km.


    tratto dal sito: "La Fiat 124 berlina" http://fiat124.xoom.it/lada.htm

    Edited by seat1430 - 23/5/2014, 14:06
     
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    Una curiosità per la Lada Niva, il cofano motore è quello della 127 prima serie, se al posto delle frecce ci metti i fari...
    Purtroppo il 2014 sarà l'ultimo anno di produzione di questo piccolo, ma onesto, fuoristrada.
    Le altre vetture le conosco, le ho anche viste dal vivo, in Belgio il vicino di casa aveva una bella Zigulì, ci ero andato in vacanza con i miei per trovare il fratellone che in quel periodo ci lavorava.
    Ciao
     
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  3. seat1430
     
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    A proposito del cofano della Niva, ma lo sai che ci avevo pensato? non proprio alla 127, però mi ricordava qualcosa!!
    Anche della Zhigulì 21_05 ho il dépliant: appena in ufficio mi riparano lo scanner lo metto qui sul sito! ;)
     
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  4. seat1430
     
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    Le modifiche apportate alle Zhigulì erano moltissime: innanzitutto l' auto era costruita con una lamiera più spessa (non ricordo le misure) e molti punti erano stati rinforzati.
    Era stata rialzata la distanza minima da terra di 5cm e dietro erano stati installati i freni a tamburo perché quelli a disco si imbrattavano facilmente sulle fangose strade russe.
    Le sospensioni erano - per tutte le versioni - quelle della 124 Familiare, con molloni e ammortizzatori separati e non coassiali, come sulle nostre berline.
    I cilindretti delle pinze dei freni erano 3 e non due, completamente cambiato il motore, su espressa richiesta della delegazione russa che firmò l' accordo con l' Ing. Valletta per la costruzione dello stabilimento di Togliatti.
    Questo motore era basato su quello del "1300" e lo avevano riprogettato, a Torino, con l' albero a camme in testa comandato da catena: non più quindi il nostro più vecchio ad aste e bilancieri di 1197cm3; questo aveva 1198cm3, era leggermente più potente (62CV DIN contro 60) ma dal comportamento un po più ruvido agli alti regimi. Invariate le prestazioni.
    Anche dentro l' abitacolo erano stati apportati tanti piccoli cambiamenti: anche se apparentemente identici, erano stati aggiunti l' intermittenza del tergicristallo - sempre sull' interruttore a sinistra della plancia (mentre da noi, contemporaneamente usciva la serie II con una levetta a sinistra del piantone che sostituiva questo interruttore).
    Un termometro dell' acqua sostituiva la spia della nostra I^ serie mentre quella della riserva diventava un puntino vicino la lancetta dell' indicatore relativo, il suo posto occupato a sua volta da quella del freno a mano.
    La carrozzeria acquisiva le maniglie delle porte di tipo basculante, come nella nostra Special, e i suoi stessi rostri maggiorati sui paraurti. Feritoie aggiuntive venivano praticate sotto la calandra mentre compariva una piccola apertura al centro del paraurti anteriore dove inserire la manovella per l' avviamento d' emergenza.
    Al centro delle coppe ruota spariva la scritta in rilievo "Fiat" mentre nel fregio al centro della calandra appariva lo stemma stilizzato dell' eroe russo Stenka Ratzin. La scritta in corsivo "Zhigulì" sostituiva la nostra "Fiat 124", rimpiazzato negli anni '80 dalla scritta "Lada", che è una dea della mitologia russa.

    Questi sono i dettagli - per i più curiosi - che distinguevano le nostre 124, in quel momento arrivate alla serie II, dal "modello URSS", come veniva indicata la Zhigulì all' interno della Fiat stessa.

    Qualcuno si è chiesto, giustamente, se poi le Lada hanno fatto concorrenza alle nostre 124 nei mercati esteri: possiamo dire sì e no. Perché anche se vendute ad un prezzo politico, innanzitutto le auto sovietiche erano una generazione indietro rispetto alle nostre (ovviamente la nostra serie II incorporava sostanziali miglioramenti rispetto alla I^), e poi diedero un gran ritorno di immagine alla Fiat: scriveva l' AutoJournal nella prova della 21_03 che (anche) questa "...c' est la Fiat venue de la steppe...".
    Inoltre quando, nell' Aprile del 1970, usciva la prima Zhigulì dallo stabilimento di Togliatti, la nostra 124 era oramai a metà della sua vita commerciale, un bel pezzo avanti.
    E' pur vero che la Fiat, da quella colossale operazione commerciale e di immagine, ne uscì stremata, ma comunque si erano fatti bene i conti.
    Ho trovato esemplari di 124 identiche alle nostre a Bali, in Indonesia, in Thailandia, alle Isole Muritius... insomma la 124 è stata la prima vera world_car della Fiat.
     
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3 replies since 22/5/2014, 22:55   551 views
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